Moratti con Mancini: Adriano ci ha stancato

Stavolta anche il presidente ha perso la pazienza: «Adesso faremo qualcosa, così in futuro starà più attento. Cederlo? È stato scritto tante volte...»

Moratti con Mancini: Adriano ci ha stancato

Colpisce che riesca a pensare e poi sperare di poter passare dal Fahrenheit all’Hollywood alle quattro del mattino senza essere notato. Con un trenino di amici brasiliani che lo circonda e tutti assieme gli coprono il crapino rasato con un giaccone, rasenti i muri e zitti zitti, dopo aver parcheggiato in zona una roboante Porsche bianca. Viene in mente Peter Sellers in una delle migliori interpretazioni. Quelli di Sky lo hanno scolpito senza neppure darsi molto affanno e il film di Adriano che festeggia il suo 25º ha fatto il giro d’Italia mentre lui se ne stava in panca a vedere Crespo e Cruz. «Io quelle immagini non le ho viste... - ha commentato il suo presidente -. Sapete più voi di quello che so io. Comunque ci sarà qualcosa nei confronti di Adriano, c’è un apparato di persone che pensa a queste cose...». Se anche Massimo Moratti si schiera, il segnale è forte.
Era così anche Ronie, appena arrivato a Milano chiedeva scusa anche se doveva portare la macchina all’autolavaggio, poi ha preso confidenza. Dicono che sia una delle loro qualità: vivere in Europa con il quadrante sull’ora di Rio e sinceramente non è semplice. Massimo Moratti ha chiuso un occhio ogni volta che Adriano ha fatto tardi, ogni volta che è tornato con due o tre giorni di ritardo dal Brasile, quella volta che sono girate le foto del party a villa San Fermo. Poi un bel giorno il presidente ha deciso di dargli un bel premio e lo ha mandato una settimana a casa sua, per consentirgli un minimo di relax sulle spiagge di Copacabana. E quando è tornato il ragazzo ha dato l’idea di esserci, insomma se vuole è ancora l’Imperatore, sposta i muri e fa gol.
Sarà la città, a Milano ci sono le tentazioni, a Parma era diverso, il massimo del brivido era farsi una pastarella al Cocconi in pieno centro, luogo cult molto morigerato, con Arrigo Sacchi che gli stava spesso a ruota. Anche Cesare Prandelli dopo ogni allenamento lo prendeva e gli parlava.
Certo a Parma le occasioni erano poche, anche se qualche suo compagno ha fatto sapere che lasciare l’appartamento in centro era un giochino e raggiungere Milano questione di un’ora scarsa. Però questa potrebbe essere la volta giusta per trovargli una sistemazione più gradita, sebbene Moratti sia già pronto a concedergli nuove attenuanti generiche: «Era il suo compleanno, era sabato sera. Però quel festeggiamento forse si è prolungato un po’ più del previsto. Ma ripeto - ha insistito il presidente - queste cose devono guardarle le persone incaricate che valutano attentamente il comportamento del giocatore e mettono la società in grado di fare quello che deve fare. La società non lo condanna a vita, ma lo mette nella situazione di stare più attento».
Magari gli arriva una multa. Quando a Massimo Moratti è stato chiesto se non fosse arrivata l’occasione buona per monetizzare, lui ha risposto: «Ma quante volte è già stato scritto che veniva ceduto? Eppure lui è ancora qui».
Valutazione 25 milioni di euro, in un bizzarro gioco al rialzo andrebbe al Real Madrid a costo zero in cambio di Diarra, al Liverpool per Gerrard e 20 milioni, al Barcellona per Messi e 50 milioni, al Manchester per Cristiano Ronaldo e 75 milioni. Il Chelsea si è chiamato fuori dopo un’offerta di 20 milioni di euro al Parma per la metà, l’Inter rilanciò con 22, era il gennaio del 2004.

Con il Valencia, Mancini lo ha fatto scaldare un po’ poi gli ha detto di sedersi che entrava Cruz: «Non l’ho visto in grande forma», ha spiegato. Lui non lo ha visto in forma e l’Inter gli lascia credere che non lo ha visto nessuno, né al Fahrenheit né all’Hollywood, a volte occorre assecondare.

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