Sindaco Moratti, parlando alla Bbc ha definito la stampa «unfair» verso il presidente del Consiglio. Può tradurre il concetto?
«Ho sentito il desiderio di parlare di questo tema con la stampa estera da italiana che crede nel suo Paese e nelle sue istituzioni. Penso che nei confronti del primo ministro la stampa non sia imparziale ed equilibrata, perché si concentra solo su episodi di gossip e non tiene conto dell’attività complessiva. Così si falsa la capacità di chi legge di farsi un’opinione rispetto alle politiche del presidente Berlusconi».
Può fare qualche esempio di questa falsificazione?
«Berlusconi ha inaugurato la BrebeMi e lanciato il piano delle opere pubbliche, che prevede 14 miliardi di euro di investimenti. Ha fatto un discorso di grande interesse per il Paese, completo e articolato, che riguarda le misure anticrisi e la possibilità di fare sistema. Io c’ero! Nell’arco di un discorso di una mezz’ora ha detto una frase scherzosa e cioè “non sono un santo”. La stampa l’ha riportata come notizia principale. È questo il problema».
Forse la stampa non dovrebbe occuparsi di questioni private?
«È giusto che la stampa dia tutte le notizie, ma è unfair che riporti come notizia principale che lui abbia detto di non essere un santo. È un fatto che mi lascia molto perplessa. Non riesco a condividere questa modalità di informare. Non credo sia un’informazione equilibrata, completa. Io c’ero ma se non ci fossi stata avrei letto solo quella piccola parte lì e quello mi spaventa, avrei saputo solo che non è un santo. E a me non interessa sapere se è un santo, ma ciò che fa per i cittadini».
Vuol dire che non è necessario essere santi per governare?
«Penso che ognuno sia responsabile della propria vita privata e delle proprie scelte. Credo anche che sia giusta una separazione e che gli elettori sono liberi di scegliere. Questo non vuol dire nascondere notizie. Chi è un personaggio pubblico, deve essere consapevole che la sua vita privata può essere messa sui giornali. Ma da qui a trasformare una frase scherzosa in un discorso generale ce ne passa».
Pensa che sia un accanimento contro Berlusconi o è un problema più generale dell’informazione?
«Forse è un discorso generale ma non mi sento di escludere che ci sia un accanimento. Se non altro mi sembra di cogliere un pregiudizio. Le faccio un altro esempio. Nel primo governo Berlusconi, il premier a Wall Street aveva fatto quarantacinque minuti di discorso splendido, bellissimo, sul perché investire in Italia. E nei resoconti della stampa è risultata prevalente una battuta sulle segretarie!».
Lei fa parte di una coalizione che mette al centro la politica della famiglia. Vede ostacoli nel conciliare ciò con la vita privata diciamo complicata del leader del Pdl?
«Non mi permetto di giudicare se è una vita complicata, tutti possono avere una vita più o meno complicata. Io guardo ai punti programmatici e al centro c’è la famiglia, con i bonus bebè, i bonus per le giovani coppie, gli asili aziendali. Tutte misure assolutamente condivisibili da chi ritiene la famiglia il perno della società. Penso anche al piano casa, all’Ici che è stata abolita. A questo guardo e a questo sono convinta che guardino gli italiani».
Come definisce i suoi rapporti con Berlusconi? C’è chi dice che non siano buoni e addirittura che lei non si ricandidi a sindaco.
«Il mio impegno per Milano è totale e non prevede limiti di tempo. Non so chi parli di rapporti difficili. Le cito l’ultima ordinanza sull’alcol, che il presidente ha molto apprezzato. Poi ha definito Milano città della concretezza, ha mandato una lettera per gli Stati generali dell’Expo dove mi ha scritto che il governo garantisce il massimo impegno perché possa riuscire al meglio. Solo per citare gli ultimi giorni. La sintonia politica è piena, ad esempio sulle infrastrutture. penso allo sviluppo delle metropolitane.
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