«Con Moretti Torino dopa il Festival»

Nanni Moretti direttore è l'asso nella manica del Torino Film Festival (Tff) per non retrocedere a terza rassegna internazionale con sede in Italia, anticamera del ridimensionamento e forse dell'estinzione, rischi ai quali ora è esposta la Mostra di Venezia. Infatti la preferenza di Hollywood per la Festa di Roma la pone al primo posto e la nomina di Moretti dovrebbe dirottare su Torino i film europei di «qualità», cioè quel che restava ancora alla Mostra.
Ognuno dei tre festival ha protettori: Ds per la Festa e il Tff, Margherita e Rifondazione comunista per la Mostra. In difesa di quest'ultima, ieri Liberazione, quotidiano del Prc, ha accusato di «doping» il Tff per la nomina di Moretti. Proprio lui, che entusiasmava le platee di estrema sinistra quando, nel film Aprile, alla notizia della vittoria elettorale di Berlusconi nel 1994, esclamava: «Quasi quasi mi faccio una canna!». È Angela Azzaro, capo servizio degli spettacoli (non il critico cinematografico), ad ammonire Moretti: «Il sistema di cui entra a far parte è quello di una politica sempre più invasiva e che con la cultura pensa di costruire visibilità, carriere, consenso usa e getta. Altro che autonomia della cultura, quella che si prospetta è un'occupazione totale da parte del potere. Un'occupazione sofisticata, capace di far tutto con molto appeal, ma che concentra i soldi in poche mani. Soldi che sono pubblici. Cioè nostri».


Ma non era così anche prima della nomina di Moretti? Se quell'articolo è uscito solo ieri, è perché, da ieri, Rifondazione rischia d'avere le mani pulite, cioè vuote di festival. Comunque, ora che lo sa, perché il Prc non si stacca da chi le ha sporche, cioè piene di festival, anziché reclamarne una quota?

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