Economia

Morgan Stanley licenzia il presidente

Il manager era stato protagonista della fusione con Dean Witter

da Milano

La potente banca d’affari statunitense Morgan Stanley licenzia il presidente e il titolo vola in borsa. Philip Purcell, che occupava anche la carica di amministratore delegato e da mesi è oggetto di forti critiche, ha dovuto infatti rassegnare le dimissioni. La sostituzione avverrà non appena sarà trovato un nuovo «chief executive officer». A Wall Street le azioni della società sono salite del 2 per cento.
Il braccio di ferro tra Purcell e i suoi detrattori è durato alcuni mesi. Il numero uno di Morgan Stanley era infatti oggetto di dure critiche da parte di ex-dirigenti e azionisti della banca per avere mal gestito il gruppo e fatto crollare il valore del titolo negli ultimi anni.
L’annuncio delle dimissioni forzate è venuto in contemporanea con le dichiarazioni da parte di Morgan Stanley sugli utili del secondo trimestre fiscale che potrebbero essere inferiori di circa il 15-20 per cento rispetto a quelli dell’anno scorso. L’uscita del sessantunenne dirigente è stata comunque concordata nella tempistica con il consiglio di amministrazione composto in gran parte da persone che Purcell aveva portato da Dean Witter all’epoca della fusione con Morgan Stanley nel 1997. In realtà alla radice di tutti i mali della società vi sarebbe proprio il fallimento dell’integrazione dei due colossi. Secondo alcuni dirigenti infatti Purcell avrebbe previlegiato i manager arrivati con lui da Dean Witter a scapito di quelli che hanno fatto carriera all’interno di Morgan Stanley.
I dirigenti di quest’ultima inoltre ritengono che le attività portate in dote da Dean Witter siano quelle che danno i risultati meno solidi, prime fra tutte la divisione di carte di credito Discover Card che era stata creata e fortemente voluta proprio dallo stesso Purcell. Per questo il manager si era sempre opposto all’idea di vendere o scorporare questa divisione. Ma di fronte alle forti perdite aveva finalmente accettato due mesi fa l’idea di un spin-off della società. Da ieri comunque non sarà più lui a decidere. In una lettera agli impiegati Purcell ha scritto che intende ritirarsi non appena verrà nominato un successore e non oltre la riunione degli azionisti del prossimo marzo.
«È divenuto chiaro che alla luce dei continui attacchi nei miei confronti che provoca una forte pubblicità negativa nei confronti dell’azienda - ha spiegato Purcell ai dipendenti - che questa sia la cosa migliore che io possa fare per voi, per i nostri clienti e i nostri azionisti».

Secondo indiscrezioni la liquidazione di Purcell ammonterebbe a 62 milioni di dollari.

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