«La cultura umanistica e quella scientifica isolate costituiscono due subculture. Oggi capisco che cultura è lunione di quel che è separato, e posso affermare perciò di favorire la comunicazione fra ciò che è frammentato e disperso come i pezzi di un puzzle, separato in compartimenti che parevano chiusi irrimediabilmente e che io ho aperto, per connettere e re-integrare quanto era dis-integrato. In altri termini, cultura è policultura». Detto oggi, sembra la scoperta dellacqua calda. Detto nel 1994, quando il World Wide Web, nato nel 91, odorava ancora del latte di mamma Arpanet, aveva il sapore della profezia. E che dire di quel verbo, «connettere», ai giorni nostri è diventato il Verbo?
La citazione di cui sopra, da I miei demoni di Edgar Morin, può valere come biglietto da visita di quello che ieri sera a Milano, al Teatro Dal Verme, è stato incoronato, anche in Italia, con lalloro virtuale di «media guru» (un tempo avremmo detto «maestro della comunicazione»). Anche in Italia, occorre specificarlo, perché La Voix du Net, il progetto che da Parigi, rue des Blancs Manteaux, sirradia nella Rete ha proprio nel filosofo e sociologo francese il padre fondatore. Un padre davvero profetico. Anzi, un nonno ora ottantottenne desideroso di insegnare molto ai suoi nipotini. Vogliamo fare un salto ancora più indietro nel tempo? Aprile 1970, nella Prefazione a Luomo e la morte, Morin scrive: «Al contrario dellapproccio per discipline che tende a isolare i fenomeni, quel che mi affascina è il meccanismo che connette la physis al bios, il bios allanthropos. Non a caso la biologia \ si è evoluta grazie al fecondo apporto della chimica e della fisica. Sono convinto anzi che sarà proprio lo sviluppo della biologia a fecondare, un giorno, la sociologia».
Ancora il verbo magico che abbiamo evidenziato in corsivo. Un verbo che aleggiava, ieri sera, tra il pubblico stipato, durante la lectio magistralis del non-guru («Georges Courteline, a un ammiratore che lo chiamava maestro, ribatté perché mi tratta da vecchio cretino?»). Una lezione sulletica smarrita dei nostri giorni, per capire che luomo tecnologico e informatizzato, in fondo, è il motore di ricerca di se stesso. «Luomo contiene la storia di tutto luniverso, quindi non può vivere nellillusione di dominare tutto luniverso. Oggi letica non è più soltanto nel rapporto fra le persone, ma nella pianificazione della vita degli altri. Poiché noi siamo una trinità fatta di individuo, società e specie.
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