Ecco gli Emilli, i nuovi salvatori della patria

Sono gli “Everyday millionaires”, hanno tra 1 e 5 milioni di patrimonio, e sono in forte crescita in tutto il mondo.

Ecco gli Emilli, i nuovi salvatori della patria
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Arrivano gli Emilli. Chi sono costoro? Se il termine può far pensare a insetti o personaggi fantasy, in realtà è un acronimo che sta per “Everyday Millionaires”: persone fisiche con un patrimonio disponibile (attività liquidabili e investibili) compreso tra uno e cinque milioni di dollari. Il loro numero, nel mondo, è più che quadruplicato in questo primo quarto di secolo, raggiungendo i 52 milioni di individui.

Secondo il Global Wealth Report 2025 di Ubs gli Emilli detengono 107mila miliardi di dollari (quindi la media degli asset è intorno ai 2 milioni di euro) e stanno per effettuare il sorpasso sulla categoria più ristretta ma più ricca di chi vanta un patrimonio di oltre 5 milioni di dollari: costoro detengono infatti asset per 119mila miliardi. In altri termini gli Emilli rappresentano la fascia altissima di quella classe media che è riuscita ad aumentare la propria ricchezza grazie soprattutto a due macro trend: l’aumento dei prezzi immobiliari e delle quotazioni dei mercati finanziari. Alla base di questo andamento c’è naturalmente il risparmio, e questo vale a maggior ragione per un Paese come l’Italia, i cui cittadini sono tradizionalmente attenti a spendere meno di quanto guadagnano, quando i salari lo permettono. Di sicuro, chi negli ultimi 30 anni ha investito in immobili, indebitandosi anche parecchio, si è trovato ad aver sfruttato una situazione straordinariamente virtuosa: tassi bassi dei mutui; aumenti del valore degli immobili regolarmente più alti dei tassi d’interesse; esenzioni e agevolazioni fiscali sulla prima casa; crediti fiscali su ristrutturazioni e innovazioni.

Il report di Ubs, miniera di numeri e informazioni, mostra anche come gli Emilli e in generale la parte più ricca della popolazione rappresenta la sicurezza economica delle generazioni che si affacciano, in questo secolo, in un mercato del lavoro più difficile e con prospettive previdenziali più incerte. Per esempio: negli Usa i Baby Boomer (nati tra 1946 e 1964) presentano un patrimonio netto di oltre 83.000 miliardi di dollari, superando di gran lunga la Gen X (nati tra 1965 e 1980), la Silent Generation (prima del 1946) e i Millennial (1980-1996). Ebbene, nei prossimi 20-25 anni, si prevede un trasferimento di ricchezza superiore al totale detenuto dai Baby Boomer verso le successive generazioni (con l’eccezione di circa 9mila miliardi trasferiti “trasversalmente” tra coniugi). Un passaggio che se da un lato è normale dinamica successoria, dall’altro non ha precedenti per le dimensioni di questo trasferimento generazionale di ricchezza.

Il lato oscuro di questa fotografia riguarda proprio l’Italia, Paese dove il contrasto tra debito pubblico e ricchezza privata è più accentuato che altrove.

E dove i problemi di finanza pubblica sono sempre stati risolti aumentando le imposte. Facile quindi immaginare che la classe medio-alta rimarrà a lungo la più tartassata. Compresi gli Emilli, che lo Stato vede già da ora come una vera e propria riserva di valore.

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