BariLa tragedia poteva essere evitata. Un medico aveva infatti lanciato lallarme consigliando alla paziente di far vedere quella brutta ferita al chirurgo, il quale però lavrebbe rassicurata. E adesso luomo che per primo si accorse che qualcosa non andava per il verso giusto sarà sentito in procura: la pm del tribunale di Bari, Angela Morea ha infatti deciso di ascoltarlo come persona informata sui fatti nel tentativo di raccogliere altri elementi utili a fare luce sul dramma di Antonella Mansueto, 23 anni, studentessa di Noci, in provincia di Bari, morta per setticemia dopo lasportazione di una cisti. Un calvario durato tre mesi che secondo lesposto presentato dalla famiglia della ragazza sarebbe stato scambiato per una semplice influenza.
Per il momento non ci sono indagati. La pm ha disposto lacquisizione delle cartelle cliniche e sta procedendo allidentificazione dei medici che hanno avuto la studentessa in cura: nella denuncia ne sono stati indicati cinque. Nello stesso tempo, mentre proseguono gli accertamenti dei carabinieri, sono state avviate unindagine interna della Asl di Bari e una della commissione dinchiesta sul servizio sanitario nazionale.
La ragazza è stata operata il 4 dicembre nellospedale di Putignano, una quarantina di chilometri da Bari. Doveva essere un intervento di routine: lasportazione di una cisti al coccige. Tutto sembrava regolare, la paziente è stata dimessa il giorno dopo; poi è tornata in ospedale per le medicazioni: in una circostanza, però, è stata visitata da un altro medico che avrebbe manifestato i propri timori. La 23enne viene precisato nellesposto avrebbe quindi fatto notare il problema, ma sarebbe stata rassicurata nonostante il cattivo odore e il liquido che fuoriusciva dalla ferita. Le condizioni della ragazza sono peggiorate: la febbre è schizzata fino a 42, i genitori si sono rivolti alla guardia medica di Noci dove però le avrebbero detto che si trattava solo di influenza. Risultato: le sono state prescritte gocce di Novalgina. «Anche quando non respirava più e il battito si sentiva appena i medici continuavano a dire che era solo un virus influenzale», dice la madre. Le condizioni di Antonella si sono ulteriormente aggravate e a quel punto è stato disposto il ricovero nellospedale di Acquaviva delle Fonti, dove unequipe di medici giunta da Bologna ha tentato di strapparla alla morte procedendo allamputazione delle gambe e delle dita delle mani. Ma è stato inutile: la 23enne è deceduta il 26 marzo per una «cancrena conseguente a una trombosi arteriosa per choc settico».
Dallospedale di Putignano si difendono e fanno sapere che non erano mai state segnalate anomalie. Ieri nella struttura sono arrivati gli ispettori della Asl, che dovranno verificare se siano stati commessi errori e se la struttura risponda a tutti i criteri di sicurezza e igiene.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.