È morto Mario Pinzi

Mario Pinzi, un ragazzo di 70 anni, è scomparso poche ore fa ed io invito tutti quelli che lo hanno conosciuto ad alzare i calici e a tributargli un «toast», un brindisi! Mario Pinzi per chi di golf è addentro, è stato sulla scena e sui verdi prati per almeno quarantacinque anni. Arrivò all’Olgiata all’inizio degli anni Sessanta protetto ed ingaggiato dal suo «guru» il marchese Mario Incisa della Rocchetta, fondatore dello storico club romano. Da assistente e segretario diventò direttore per poi spiccare con le sue ali il volo alla fine degli anni Settanta e proporsi come consulente, promoter, organizzatore.
Con lui ho lavorato «gomito a gomito» in tanti - almeno 30 - Open d’Italia ed in quattro Coppe del Mondo, solo per citare le occasioni più importanti, e con lui ho avuto anche dei «muso a muso» - oggi affettuosamente indimenticabili - ma che sempre hanno lasciato intaccata una forma di affetto da vecchi legionari del golf. Mario era un uomo di cuore, a volte sanguigno ma per primo pronto ad una bella cena e ad un brindisi una volta chiusa la porta del lavoro. Un uomo dalla «doppia» vita. Quella sua personale: la famiglia, i figli che adorava.

E poi l’altra, quella golfistica, altrettanto appassionante e coinvolgente che lo ha portato ad essere personaggio al quale il golf italiano oggi può solo rendere un «grazie». Pinzi e il cuore, un binomio che ha segnato la sua vita. Alla fine ha vinto - e lo stramaledico - il cuore.

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