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Motogp: Stoner cade, Vale trionfa

L’australiano della Ducati scivola e si ritira nel Motogp di Brno. Vittoria facile per Rossi che ora guida la classifica con 50 punti in più rispetto rivale: "Un vantaggio importante". Capirossi sul podio

Motogp: Stoner cade, Vale trionfa

Brno (Rep. Ceca) - Casey Stoner è davanti a dettare il ritmo, Valentino Rossi è poco più indietro a inseguire, a pensare: «Ti prendo, ti prendo, ti prendo, non mi scappi». A un giro da primato di Casey ne segue immediatamente uno altrettanto veloce di Valentino, mentre alle loro spalle gli altri fanno un altro sport, tanto che dopo cinque passaggi sono già sprofondati a 10 secondi. Stoner spinge fortissimo, ma Rossi non molla e, anzi, guadagna terreno, perché in un solo giro, il sesto, recupera ben tre decimi e si porta ad appena un secondo dal campione della Ducati.

«Ma avevo la situazione perfettamente sotto controllo, non stavo forzando perché Rossi, comunque, era a distanza», dirà poi l'australiano, che però in pista sembra invece spingere all'eccesso. Sono passate tre settimane ma, evidentemente, nella sua testa la batosta di Laguna Seca è ancora viva, fa male e l’australiano non ha nessuna intenzione di far avvicinare il rivale, di dargli la possibilità di un altro corpo a corpo, da sempre favorevole al fenomeno di Tavullia.

«Non stavo assolutamente guidando sopra il limite e quella è una curva facilissima, che non ha mai creato problemi», ripeterà allo sfinimento Stoner. Ma la realtà è ben diversa, perché alla terza curva del settimo giro, Casey perde il controllo della gomma anteriore e la moto scivola nella sabbia, senza possibilità di ripartire, nonostante il tentativo del suo coraggioso condottiero.

«Quando l'ho visto volare via - commenta Rossi - ho tirato un sospiro di sollievo e ho potuto rilassarmi, perché stavamo spingendo fortissimo. Ma questa volta non mi sarebbe scappato, perché, dopo aver perso un secondo al primo giro, mi stavo avvicinando e la mia scelta di gomme era migliore. Ha temuto che mi avvicinassi, ha forzato di più e ha commesso un errore».
Una scena che Valentino aveva già vissuto nel 2001, quando pochi metri davanti a lui Max Biaggi, il suo rivale di allora, perse il controllo della Yamaha 500.
«È vero - ride -, è un déjà vu, anche allora vidi una moto rossa strisciare tra le scintille. Quel successo mi valse il mondiale, questo non so, ma è chiaro che 50 punti a sei gare dalla fine è un vantaggio importante».

Decisivo verrebbe da dire, anche perché, come si è visto a Brno, non ci sono avversari in grado di inserirsi nella lotta tra i due, di dare una mano, seppure involontaria, a Stoner per recuperare lo svantaggio. Gli altri piloti Bridgestone non sono all’altezza dei due fenomeni, mentre le Michelin hanno la consistenza della carta velina e bravi piloti come Dovizioso, Pedrosa (in testa al mondiale fino a tre gare fa, non dimentichiamolo) e Lorenzo sono costretti a passeggiare lungo la pista come moto-turisti.

«La gara di Laguna Seca - afferma Vale - è stata importante per me e per la mia squadra, perché abbiamo capito di poter lottare con Stoner, dopo tre gare dove lui sembrava imbattibile. Adesso mi posso permettere di fare sempre secondo, con la consapevolezza che la velocità mia e di Casey è imbarazzante rispetto a quella degli altri. Ma io non ho nessuna intenzione di fare calcoli».

Dodici anni fa, su questa pista, Valentino aveva conquistato la sua prima vittoria iridata, ieri è arrivata la numero 93, 67ª nella classe regina, una sola meno del primatista di tutti i tempi Giacomo Agostini. Solo Vale poteva raggiungere il mito.

«Ma non so se “Ago” sarà così felice!».

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