È tornato a vincere nel grande giorno di Jorge Lorenzo. Se non è un dispetto al quasi ex compagno di squadra, è un chiaro messaggio che recita più o meno così: «Arrivederci alla prossima stagione». Valentino Rossi è definitivamente risorto a Sepang, nella gara che laureato lo spagnolo campione del mondo, per la prima volta in carriera, nella classe regina del Motomondiale. Un titolo strameritato, quello di Lorenzo. Il cammino del 23enne maiorchino è stato agevolato dagli infortuni di Rossi prima e Dani Pedrosa poi, ma l'abilità di un pilota si misura anche con la costanza. E i dati parlano chiaro: il neo-campione ha conquistato oggi il tredicesimo podio stagionale in quindici gare ed è sempre arrivato al traguardo. «Game over», perciò, come ricordato da Lorenzo durante la festa per il titolo. «Sono molto contento di avere regalato questo Mondiale alla Spagna e soprattutto a Maiorca», le sue parole.
«Quattro anni fa pensai di avere realizzato il mio sogno e di potermi ritenere felice per il resto della mia vita», ha aggiunto riferendosi alla doppietta iridata nella quarto di litro del 2006 e 2007. «Ma questo titolo è il massimo per un pilota. Ora possiamo rilassarci e goderci le ultime tre gare di campionato». Archiviato in anticipo il Mondiale, si comincia a pensare al 2011, quando le carte in tavola saranno di nuovo mischiate dalle novità di mercato.
La Ducati si appresta a salutare l'australiano Casey Stoner, caduto anche in Malesia e ormai col pensiero alla Honda. Il team di Borgo Panigale, però, ha più di un motivo per sorridere guardando ad un Rossi ritrovato nonostante il solito problema alla spalla. «Complimenti a Lorenzo per il titolo. Per me è una vittoria speciale e troppo importante», ha detto il campione di Tavullia. A Sepang il «Dottore», scattato dalla sesta posizione in griglia e scivolato all'undicesimo posto dopo il semaforo verde, una volta scaldate le gomme della sua M1 si è lanciato all'inseguimento del duo al comando: Lorenzo, appunto, e Andrea Dovizioso. Quattro giri gli sono bastati per recuperare fino al terzo posto. Facile, a undici tormate dalla fine, il sorpasso ai danni di Lorenzo, troppo concentrato sull'obiettivo-principe per rischiare di gettare tutto alle ortiche con un'altra bagarre in stile-Motegi. Più articolato, invece, il duello con Dovizioso, che dopo aver perso la leadership ha provato a lungo a dare fastidio al pesarese.
Alla fine i verdetti: Rossi ha ceduto lo scettro a Lorenzo dal gradino più alto del podio di Sepang, Andrea Dovizioso si è piazzato fra i due compagni di squadra e rivali. «Sapevo che vincere la gara non sarebbe stata la cosa più importante, questa volta. Ho inserito il pilota automatico e ottenuto i punti che mi servivano», ha tagliato corto Lorenzo, ben felice di un terzo posto che vale la vittoria finale.
Rossi ha interrotto un digiuno che durava da sei mesi: il pesarese non saliva sul gradino più alto del podio dalla prima gara stagionale in Qatar, l'11 aprile scorso. «Ho voluto questa 46ª vittoria perchè si tratta di un numero speciale per me», ha sottolineato Rossi.
«Stamattina abbiamo fatto alcune modifiche alla moto che mi hanno consentito di guidare come volevo io», ha spiegato ancora. «Ho guidato molto bene ed è stata una gara fantastica, una delle migliori della mia carriera. Sono partito male ma poi ho recuperato alla grande. È una vittoria troppo importante, ringrazio la Yamaha per questi sette splendidi anni e dispiace andar via», ha concluso Rossi, che il prossimo anno passerà alla Ducati. Per il 'Dottorè quella di Sepang è la vittoria n.105 in carriera, la 79ª in MotoGp.
Lorenzo, invece, è il secondo pilota spagnolo a conquistare il titolo nella classe regina del Motomondiale: prima di lui ci era riuscito Alex Criville nella classe 500 nel 1999.
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