Loasil (Qatar) - Il motomondiale della rivoluzione, quello con le 800 al posto delle 1000, le gomme limitate nel numero per la prima volta nella storia e Nicky Hayden campione del mondo, inizia con Valentino Rossi davanti a tutti. Ma le sorprese non mancano, perché al suo fianco non c'è Daniel Pedrosa, come era nelle previsioni, ma la Ducati del giovane Casey Stoner, con Colin Edwards, il compagno di squadra di Vale, a completare la prima fila. Un risultato inaspettato, non tanto per Edwards, quanto per Stoner, perché fino a ieri mattina si pensava che le gomme Bridgestone da tempo che equipaggiano la sua Ducati, non fossero all'altezza delle Michelin della Yamaha. Ma il responso della pista è stato ben differente, con Rossi davanti per soli 5 millesimi. Una prima posizione che il fenomeno a caccia di rivincita ha cercato e voluto in tutti i modi, perché il libro dei primati dice che è la sua pole position numero 46, una cifra magica per Valentino: iniziare la stagione in questo modo, è di buon auspicio per uno scaramantico come lui.
«È bello partire con il piede giusto - dice soddisfatto per la prima volta in pole in Qatar -: è stato un turno di qualifica esaltante, con tempi stratosferici, già inferiori a quelli della pole con le moto da 1000 cc. La velocità in curva è impressionante e la M1, a differenza dell'anno scorso, si guida molto bene». È un Rossi molto motivato quello che affronta la prima gara con il miglior tempo, stessa posizione dello sciagurato GP di Valencia 2006, quando perse il titolo per una caduta nel corso del quinto giro. Ma allora, la sua Yamaha non era così competitiva e, soprattutto, la variabile gomme aveva un peso determinante. Oggi la situazione è differente, grazie al nuovo regolamento che obbliga piloti e squadre a scegliere le coperture il giorno prima dell'inizio delle prove.
«Questa novità - è l'analisi di Vale - fa una grande differenza, in positivo, per noi, perché puoi concentrarti sulla messa a punto della moto. Per il pilota è una bella emozione, perché già in prova, con pochi pneumatici a disposizione, ti abitui a guidare sopra i problemi».
Siccome è proprio in questi frangenti che il sette volte iridato dà il meglio di sé, è chiaro che c'è da essere ottimisti. Anche se gli avversari non mancano e sembrano molto competitivi. In Qatar sono in tanti ad andare fortissimo, in configurazione gara addirittura più veloce di Rossi, perlomeno in prova: Stoner ed Edwards hanno ottenuto tempi migliori e anche Pedrosa, quinto, Capirossi, settimo e Melandri, decimo, possono giocarsi la vittoria.
«Qui non è facile per nessuno emergere - spiega Melandri - e il margine di errore è così minimo che basta un niente per ritrovarti dalla prima alla terza fila». L'italiano della Honda è convinto di poter disputare una buona gara, così come Capirossi, che con grande umiltà ammette di essersi fatto tirare dal giovane compagno di squadra Stoner per riuscire a ottenere il suo miglior tempo.
«Su questa pista - ammette tranquillamente - Casey è sempre stato più veloce di me e per questo gli ho chiesto una mano.
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