Mou: "Io come Einstein, che non era stupido"

Lo Special One, alla vigilia di Real-Barça di Champions, cita il fisico tedesco («Con la volontà si può fare tutto») e attacca Guardiola: "Pep dice cose mai viste nel calcio". Il catalano: "Non devo giustificare le mie parole a José"

Mou: "Io come Einstein, che non era stupido"

L’ingorgo del «Clasico» (4 partite in 18 giorni) è giunto alle due sfide più prestigiose. E magari nel doppio confronto europeo - che accenderà l’interesse mondiale sulla supersfida del Bernabeu con 400 milioni di spettatori di 51 paesi - ci sarà la «resa dei conti» tanto attesa in Spagna. Real Madrid contro Barcellona, 12 Coppe dei Campioni totali, le due squadre più ricche ma anche più indebitate del mondo, le due formazioni che mettono in campo rose il cui salario complessivo (con tasse agevolate dalla legge spagnola) arriva quasi ai 200 milioni di euro. È Cristiano Ronaldo contro Messi, ovvero i due Paperoni del football, ma soprattutto Mourinho contro Guardiola. Uno di fronte all’altro nella semifinale di Champions, esattamente come un anno fa quando lo Special One sedeva sulla panchina dell’Inter.

Mou aveva scelto il silenzio alla vigilia del primo atto contro i blaugrana - quello più inutile di Liga -. Ieri ha stupito tutti con una citazione edotta: «C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà. Lo diceva un certo Albert Einstein, non uno stupido. Noi non siamo favoriti, ma con la volontà si può fare tutto», il nuovo coup de theatre di Josè.
La sfida storica tra le due nemiche ha ricevuto altra benzina dopo il trionfo delle Merengues a Valencia (con tanto di Coppa del Re scivolata dalle mani di Sergio Ramos e «ammaccata» dalle ruote dell’autobus). Guardiola era caduto nella trappola della polemica, parlando delle presunte pressioni del Barça per non avere l’arbitro portoghese Proença (ipotesi per altro nemmeno presa in considerazione dall’Uefa, ndr) ripensando al Benquerença di Inter-Barcellona dell’anno scorso. Alla fine la scelta è caduta sul tedesco Stark, grande appassionato di Messi.

La miccia accesa dal ragazzo di Santpedor ha risvegliato la vena ironica di Mou. «Finora nel mondo del calcio c’erano due gruppi di allenatori: uno piccolissimo composto da gente che non parla degli arbitri, e uno molto grande, nel quale ci sono anch’io, che critica gli arbitri quando commettono errori importanti, ma che fa loro i complimenti di fronte a una buona prestazione - così il tecnico di Setubal -. Ora però con Pep si è creato un terzo gruppo, dove c’è solo lui: quelli che sono prevenuti sulla scelta arbitrale e che criticano il direttore di gara che azzecca una decisione».

Chiaro il riferimento anche a quanto detto da Guardiola sul gol annullato a Pedro nella finale di Coppa del Re per un fuorigioco millimetrico. Con tanto di flashback sul tecnico blaugrana: «Guardiola è passato attraverso lo scandalo di Stamford Bridge, lo scorso anno l’Inter ha giocato in 10 per oltre un’ora, quest’anno con l’Arsenal è successo quello che è successo e ora critica una decisione difficilissima e correttisima». Mou affronta poi l’ultimo nervo scoperto: la questione diffidati. «La situazione cartellini è difficile, d’altronde ci sono giocatori che possono farsi ammonire di proposito per arrivare puliti al turno successivo e altri che non lo possono fare - l’affondo di Mou in riferimento a quanto avvenuto nei quarti -. Alcuni dei miei giocheranno con questo peso sulla testa e ci vogliono calciatori onesti del Barcellona, che devono dire “noi siamo la miglior squadra del mondo e per vincere non abbiamo bisogno di fare in modo che gli avversari prendano cartellini”. Se sarà così, avremo una grande partita e vincerà il migliore».

Il Pep ha replicato a sua volta: «Josè ha tutti i diritti di dire ciò che vuole, ma non devo e non voglio giustificare le mie parole. Non ho mai parlato dell’arbitro di Coppa nè del portoghese che ci diresse con l’Inter. Nessun cambio di tono, alle accuse rispondo in un certo modo, pensano che mi lamento degli arbitri, non posso far nulla. La sfida? Il Real è una delle migliori d’Europa. Se verremmo a difenderci, saremo massacrati, dobbiamo mantenere l’essenza del nostro gioco. E non vogliamo dare lezioni a nessuno. Di solito a grandi livelli vince Mou, è la sua storia, ma noi siamo orgogliosi delle nostre vittorie un po’ più piccole».

«Credo che al Bernabeu prevarrà il Real, anche se il Barcellona è la

squadra che gioca il miglior calcio degli ultimi 15 anni, ma si deciderà tutto al ritorno», il pronostico di Ronaldo. L’atto terzo del «Clasico», senza molti protagonisti (in extremis forfait di Iniesta), può andare in scena.

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