Mourinho: "Chi scherza con me..."

Il tecnico dell'Inter avverte i suoi: «non è possibile che qualcuno snobbi il Bologna, perché poi col Manchester non giocherebbe». Niente turnover, ma Mihajlovic avverte: «Mica devono vincere per forza»

Mourinho: "Chi scherza con me..."

«Abbiamo bisogno di 33 punti, forse meno, ma sicuramente più di 25 e quindi è importante tornare a casa con qualche punto da Bologna». Josè Mourinho chiarisve qual è il pensiero fisso dell'Inter, almeno fino a domani pomeriggio: declina tutte le domande sul Manchester, l'avversario di Champions martedì prossimo a San Siro, invitando a riproporre i quesiti nella conferenza stampa della vigilia, lunedì prossimo alle 14. «La partita più importante della stagione - dice - è quella dove si vince il titolo, altrimenti non ha nessun significato, e in questo momento più importante è il campionato, almeno fino alle 18 di domani. Niente turnovee quindi: «Quello lo può fare un allenatore che non pensa al campionato. Il nostro non sarà un turnover e neanche una prova d'orchestra, chi va in campo domani sa che con me non può scherzare altrimenti non gioca martedì». Per quanto riguarda la formazione, con Burdisso e Chivu squalificati e Materazzi ancora indisponibile, Mourinho dovrebbe schierare un 4-4-2 con Cordoba e Samuel centrali, Maicon e Santon (o Maxwell) esterni. Cambiasso, Zanetti, Muntari (o Vieira) dall'inizio (a centrocampo), mentre potrebbe decidere di risparmiare un pezzo di gara a Stankovic inserendo Figo dietro le due punte Ibrahimovic e Adriano. A Bologna intanto l'ex Mihajlovic prepara il comitato d'accoglienza: «Dipende tutto da noi - dice l'ex vice di Mancini -, anche quando l'avversario è così forte. Loro sono forti ma non vincono sempre e per forza: a Bergamo hanno perso e qualche altro problema l'hanno avuto. Noi sappiamo quali sono i loro pochi punti deboli e cercheremo di sfruttarli, sapendo che ogni partita fa storia a sè», dice Sinisa.

Che poi parla così della sua vita: «Io ho 40 anni ma è come se ne avessi vissuti 70: ho fatto due guerre, ho giocato a calcio, ne ho viste tante in campo e fuori. E adesso ho una moglie che amo, cinque figli splendidi, sono sano e faccio il lavoro più bello del mondo. Spero di passare altri 40 anni così». Magari cominciando con una piccola vendetta.

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