Mps fuori da Mediobanca e il titolo scivola: -8%

Gabriello Mancini ordina la ritirata da Mediobanca con l’obiettivi di fare cassa. La Fondazione Monte Paschi avrebbe infatti ormai ceduto quasi l’1% di Piazzetta Cuccia, sostanzialmente la metà dell’1,9% detenuto in partenza. Siena si sarebbe allontanata dal salotto milanese in più tappe, ma non appena il mercato ha subodorato il disimpegno ha trasformato i già massicci ordini di vendita in una slavina: -7,9% il titolo. A pesare sono state anche le voci di un’uscita dalla merchant bank di Alberto Nagel della tedesca Commerzbank che ha già disdettato il patto. Piazzetta Cuccia, peraltro, è da tempo «osservata speciale» dagli analisti per i nodi Generali e Ligresti. La banca d’affari è infatti collegata a Fonsai da un prestito subordinato da 1,1 miliardi. Il bond e i covenant ad oggi reggono ma la situazione potrebbe diventare instabile se la società guidata da Emanuele Erbetta non trovasse il modo per risollevare un margine di solvibilità piombato al 111% (malgrado l’utilizzo del Milleproroghe per sterilizzare le minusvalenze sui Btp). Il vertice delle Generali, di cui Mediobanca è il primo socio, deve invece trovare entro il 2014 i 2,5-3 miliardi di euro necessari per chiudere la partita Ppf con Petr Kellner nell’est Europa. Oggi Trieste, che a differenza di Fonsai ha deciso di non ricorrere al Milleproroghe, deve però già combattare con un margine di solvibilità risicato. Sullo sfondo resta poi la paura che la patrimoniale possa costringere i risparmiatori a smobilitare il denaro dalla controllata retail CheBanca!.
Per lo stesso motivo, unito allo stacco della cedola, ieri ha ceduto il passo anche Mediolanum (-7,9%).

Alcuni nelle sale operative hannointerpretato come un segnale di debolezza la scelta del gruppo di alzare il tasso offerto ai clienti del conto Freedom. Mediolanum, che resta molto liquida, ha invece così voluto mantenere la simmetria dei rendimenti con il proprio conto di deposito.

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