Multe Genovesi i più «spremuti»

«Nel giro di un paio di anni si sono raddoppiate le multe da telecontrollo. Il Comune può anche utilizzare tale strumento, ma il cittadino deve essere precocemente informato sia del divieto, sia dell'infrazione che ha commesso, onde evitare il continuo ripetersi dell'infrazione stessa. C'è gente che non sapeva di avere varcato un accesso non consentito e si è vista arrivare dopo mesi decine di multe». Bruno Orsini, l'ex eminenza della Dc a Genova e nominato difensore civico comunale, l'altro giorno ha presentato la relazione sull'attività svolta nell'anno 2010. Dalle statistiche risulta che la somma degli accertamenti sanzionatori è stata pari a 686.208 casi e cioè oltre una multa a testa per tutti i genovesi, bebè e vecchietti compresi. Oltre ai varchi, nel mirino delle telecamere ci sono pure le corsie gialle per un totale di circa 285mila infrazioni rilevate in tal senso. Nel 2008 erano state 130mila e nel 2009 250mila. Praticamente i «GF» spauracchio degli automobilisti, sono invece galline dalle uova d'oro per il dissestato bilancio della giunta Vincenzi.
«Sono alcune decine i milioni di euro che Tursi raggranella con le sanzioni - spiega Orsini - sono numeri molto alti, anche se non so dire se il Comune punta sulle multe per fare cassa». Fatto sta che durante l'amministrazione del centrosinistra le sanzioni sono ancora aumentate in città di circa il 6,5 per cento rispetto all'anno precedente. La maggioranza dei casi trattati dal difensore civico ha riguardato proprio le multe pazze del Comune. In tanti si sono rivolti al Prefetto e al Giudice di pace ottenendo in parte Giustizia, anche perché, in genere, il Comune purtroppo non viene mai condannato a risarcire le spese della «vittima». «Mi viene in mente - continua Orsini - il caso di un motociclista di Catania che si era rivolto ai nostri collaboratori perché aveva ricevuto una multa dai nostri vigili urbani, i quali sostenevano che aveva commesso un'infrazione in città. Invece non era vero.

Anche perché il malcapitato catanese non era mai stato nemmeno a Genova e comunque non era pensabile che col suo motorino scassato si fosse fatto migliaia di chilometri per andare a posteggiare in zona vietata. Tuttavia, quando i vigili urbani avevano scoperto l'errore, gli avevano soltanto consigliato di presentare ricorso».

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