(...) e il municipio di intervenire, ma fino ad ora nulla si è mosso». Tra incuria, accampamenti di senza tetto e furti di mattoni, il monumento versa da tempo in condizioni critiche ed era facile prevedere un epilogo del genere, che per pura coincidenza non si è trasformato in tragedia (in quel luogo solitamente dormiva una famiglia di romeni).
Dopo il crollo, la Soprintendenza del Comune ha fatto sapere che solo 48 ore prima gli ispettori avevano effettuato un sopralluogo (su segnalazione di un privato) e avevano riscontrato la criticità della situazione. Sempre ieri, il soprintendente comunale Eugenio La Rocca ha spiegato che, proprio per quel tratto di mura, era già previsto un finanziamento per il restauro che partirà la primavera prossima. Al momento, però, tutto quello che rimane di 15 metri di Mura Aureliane è un ammasso di macerie, accatastate dalle due squadre di pompieri e le transenne che delimitano la zona.
Ma da questa vicenda emerge un altro dato poco rassicurante. La Soprintendenza, infatti, non ha la minima idea delle condizioni in cui versano migliaia di monumenti antichi della capitale. «Una mappatura completa - ammette La Rocca - non esiste». Non stupisce quindi la disastrosa situazione in cui si trova lantica costruzione romana, che in alcuni punti è assalita da veri e propri cespugli che crescono tra i mattoni. Inoltre, ascoltando chi vive a ridosso delle mura e le vede andare in rovina giorno dopo giorno, emerge che la causa del cedimento dellaltra sera, potrebbe non essere solo linfiltrazione di acqua.
Sembra appunto che da tempo ci sia lusanza di «rubare» i mattoni dal monumento. «Se la manovalanza è straniera - ci spiegano - i mandanti sono italiani».
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