Sanremo 2023

La prima a Sanremo di Will: “Resto me stesso, non so essere nient’altro

Il talentuoso William Busetti è tra gli esordienti al festival di Sanremo: “Molte volte mi viene detto che dovrei essere più spinto, che dovrei espormi su qualche argomento. Ma la finzione non mi appartiene”

La prima a Sanremo di Will: “Resto me stesso, non so essere nient’altro”

Faccia da bravo ragazzo, educato e gentile. Nessuna polemica – almeno per il momento – e tanta voglia di fare bene. Will, al secolo William Busetti, sarà tra i protagonisti della settantreesima edizione del festival di Sanremo: reduce dalla “promozione” da Sanremo Giovani, porterà in gara “Stupido”, brano che ruota attorno alle molteplici declinazioni e sfaccettature dell'amore, inteso nella sua accezione più universale. Di questo e di molto altro ha parlato ai nostri microfoni.

Manca poco all’esordio a Sanremo…

“Io sono carico, carico di mille emozioni e di mille ansie. Essendo tra i volti nuovi di questo Festival, non sai mai la gente come ti prende: io cercherò di essere me stesso e di viverla come un’esperienza che puoi fare solo una volta nella vita”.

Ti senti un po’ sotto pressione? L’Ariston è una grande occasione dopo un percorso che ti ha visto anche a X Factor…

“Nonostante ci siano diverse cose in comune, c’è una grande differenza tra il mondo dei talent e il festival di Sanremo. Il mio passaggio a X Factor è stato totalmente allo sbaraglio: all’epoca avevo scritto una canzone di numero e l’ho presentata su quel palco importante. A dire la verità, se non ci fosse stato il Covid non avrei nemmeno partecipato: era un momento talmente vuoto e di noia che ho deciso di mettermi in gioco. Mi è servito, ma è passato talmente tanto tempo che non mi sento più nemmeno la stessa persona ed è normale che sia così. In quella fase della mia vita stavo andando in un’altra direzione: giocavo a calcio, la musica rappresentava una parte piccolissima. Poi, qualche mese dopo, è partito questo lungo viaggio”.

Will 2

Ti poni senza filtri e senza costruzioni: quanto è difficile emergere solo con la semplicità?

“Una bella domanda, perché spesso ci penso e ho avuto anche dei dubbi. Molte volte mi viene detto che dovrei fare di più e che dovrei essere più spinto, che dovrei espormi su qualche argomento. Potrei anche farlo, ma sarebbe qualcosa di finto, artificiale. Quindi sì, è difficile. Ma semplicemente perché magari da ‘persona di tutti i giorni’ puoi risultare meno interessante. Però è la cosa giusta, in questa fase della mia carriera non potrei fare altro. È una scelta ma anche una necessità: io sono questo, non so essere nient’altro”.

Prime impressioni sui tuoi colleghi?

“Mi piacerebbe lavorare con tutti, perché il cast di quest’anno è veramente completo, intergenerazionale. Copre decenni di musica. Io ho avuto l’opportunità di assistere a qualche prova ed è incredibile partecipare insieme ad artisti che riempiono gli stadi. L’esperienza sarà incredibile a prescindere da come andrà”.

Nella serata dedicata alle cover duetterai con Michele Zarrillo in “Cinque giorni”…

“Sono molto fiero di questa cosa. ‘Cinque giorni’ è una canzone che canto sempre, fa parte degli ascolti di casa. Ho contattato Michele Zarrillo con l’aiuto del mio discografico e lui ha detto subito sì, rivelandosi un professionista incredibile. È un artista che stimo immensamente, tra i più grandi della storia della musica italiana. E sono molto contento di come viene il pezzo insieme, non vedo l’ora di cantarla sul palco dell’Ariston”.

La cover dell'album "Manchester"

Il tuo primo album ufficiale – “Manchester” – sarà disponibile dal 10 febbraio: tre anni di lavoro, in controtendenza con la realtà di oggi, veloce e senza respiro…

“È una scelta molto ragionata, l’ho deciso durante il primo tour. Ero partito senza aspettative, un po’ scettico, considerando che la mia fan base non è molto attiva sui social. Quando è arrivato il momento di esibirmi, i locali erano sempre pieni e calorosi: in quel momento ho pensato a questo progetto.

Un lavoro che racconta Will come persona e artista”.

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