Roma - Acque agitate, tra i Ds, sulla proposta del leader Piero Fassino di far confluire la Quercia nel partito democratico. Progetto che dovrebbe vedere la luce a seguito della fusione con la Margherita e altre forze minori. Ieri Adriano Sofri aveva duramente attaccato la minoranza diessina che, contestando il progetto del partito democratico, non esclude la possibilità di una scissione, l'ennesima scissione tra i partiti della sinistra italiana. Fabio Mussi, esponente della minoranza diessina e ministro del governo Prodi non l'ha presa bene e ha replicato, punto su punto, all'ex leader di Lotta continua. "Rispetto Adriano Sofri, sono sempre stato favorevole alla grazia - osserva il ministro dell'Università e
candidato segretario della Sinistra al quarto congresso dei Ds - e trovo molto stimolanti certi
suoi interventi. Ieri però è andato fuori dal seminato, quando si è assunto l'onere di lanciare
un anatema verso le minoranze Ds. Francamente me lo sarei risparmiato".
Mussi e Sofri si
conoscono da molti anni, dai tempi in cui entrambi frequentavano la
Scuola Normale di Pisa. "Lui era di Lotta Continua e io del Pci e, come è noto, tra Lc e Pci non correva buon
sangue e i rapporti erano tesi. Lui - aggiunge Mussi tornando all'attualità - è libero di fare la
scelta che vuole: può cominciare con Lotta Continua e finire nel Pd, io non discuto le sue
decisioni ma, perlomeno, cerchi di fare altrettanto".
Ieri nel corso della presentazione della mozione congressuale di Piero Fassino, alla quale è
intervenuto anche l'ex leader di Lc, Sofri aveva sostenuto di non comprendere la posizione
della Sinistra diessina. Di fronte "ai problemi planetari, come la fame, le malattie o alla
questione ambientale - aveva sostenuto Sofri - è grottesca e derisoria l'idea che Mussi, Salvi o
Angius escano dai Ds".
La tesi esposta da Mussi è questa: il socialismo va
arricchito e aggiornato ma il partito democratico non è la risposta adatta perché annacqua tutto fino al punto da far segnare un passo indietro rispetto alla tradizione socialista. Presentando la mozione della Sinistra Ds per il congresso Mussi ha ribadito la necessità di rinnovare la sinistra restando però nel solco del socialismo. "Questo congresso - ha detto Mussi in una conferenza stampa a Montecitorio insieme agli altri firmatari
della mozione, Cesare Salvi, Fulvia Bandoli, Valdo Spini e Paolo Nerozzi - decide dell'avvenire della sinistra italiana. Le idee chiave della nostra mozione sono unità e
autonomia. Unità della coalizione di centrosinistra che governa e che deve durare tutta la
legislatura e verso la quale noi garantiamo il nostro pieno sostegno. E autonomia: perchè
siamo fermamente convinti che dentro questa coalizione c'è bisogno di una forte presenza
di una sinistra autonoma e di ispirazione socialista".
Simboli e identità La Sinistra Ds non condivide la
creazione del partito democratico perché, tra le altre cose, "prevede che spariscano i simboli della Quercia e della Rosa" oltre alle
parole sinistra e socialismo. Inoltre il Pd riproporrebbe "l'eccezionalità italiana,
unico partito che non ha eguali in Europa" e che non ha ancora una collocazione
internazionale.
Valdo Spini L'ex segretario del Psi ai tempi di Craxi, poi confluito nei Ds, rivolge un appello a Enrico Boselli, leader dello Sdi, a
farsi coinvolgere dal progetto di una sinistra socialista. Costruire una
forza del socialismo europeo in Italia, questo è il disegno di chi si oppone al partito democratico.
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