Enrico Musso, ospite di un faccia a faccia a Telecittà, ieri pomeriggio ha dichiarato di avere già scelto colui che sarà il suo assessore alla sicurezza, se verrà eletto: Gaspare Paiella. Forse ai più giovani questo nome non dirà nulla, ma ai genovesi con i capelli brizzolati non risulterà affatto nuovo. Anzi, farà fare un salto indietro nel tempo quando la città viveva la follia degli anni di piombo e la questura era sempre in prima linea contro una criminalità più aggressiva che mai. Erano gli anni quando la squadra mobile era comandata da quel mitico poliziotto che rispondeva al nome di Mimmo Nicoliello al cui fianco cera lamico, e dirigente, Gaspare Paiella.Dopo tante avventure, oggi Paiella è pensionato. Ma in questura cè chi si ricorda ancora di lui. E allora vengono in mente le tante azioni di polizia che lo hanno visto protagonista, così come i risultati che raggiunse nella lotta contro il crimine.
Di Paiella riaffiora il personaggio che ha lasciato un segno indelebile nel suo ambiente. Paiella era più di un poliziotto, Paiella era «il poliziotto». Alto di statura, romano di nascita, di lui si racconta il coraggio che più volte aveva dimostrato sul campo, la determinazione e la prontezza di decisione, quando occorreva. Dallarchivio dei ricordi salta fuori, per esempio, quella volta che un pazzo prese in ostaggio un uomo minacciandolo di morte. Gli puntò un coltello alla gola e non voleva sentire ragioni. Paiella, subito intervenuto sul posto insieme ai suoi uomini, cercò in tutti i modi di far ragionare linvasato e di convincerlo a lasciar andare lostaggio. E, poco per volta, argomento dopo argomento, sperava di riuscirci. Ma luomo era davvero fuori di testa e, proprio quando stava per tagliare la gola al malcapitato, Paiella sparò. Fu un attimo: bastava un secondo desitazione e quel pazzo avrebbe portato a termine la sua intenzione. Inoltre la vicinanza tra lostaggio e il pazzo era tale che soltanto un ottimo tiratore avrebbe potuto rischiare tanto. Ma Paiella era conosciuto per essere davvero un buon tiratore. E infatti prese luomo in piena fronte, uccidendolo sul colpo. Lostaggio era salvo.
Sembra una scena da telefilm americano, eppure accadde qui a Genova e, precisamente, allhotel Mediterranée di Pegli. Il ricordo in questi casi si confonde con la leggenda, i dettagli sfumano nella memoria, ma il valore delluomo cera tutto ed era indiscutibile.
Per cui la scelta di Musso, in un momento in cui servirebbero sul serio uomini capaci, sembra davvero la più indovinata.
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