Roma - Onorevole Alessandra Mussolini, la sua lettera a Berlusconi, firmata da oltre 100 parlamentari del Pdl, contro la norma che dà ai medici la possibilità di denunciare i clandestini, sembra aprire una fronda nel partito. È così?
«Nel ddl sicurezza ci sono norme che giudichiamo inaccettabili e che avrebbero conseguenze gravi, per questo chiediamo a Berlusconi di non porre la fiducia, in modo che possano essere corrette. Noi vogliamo solo aprire un’ampia discussione».
Voi sostenete che se cade il divieto di denuncia e viene introdotto il reato di clandestinità non solo i medici ma anche gli insegnanti avranno non la facoltà, ma l’obbligo di segnalare i clandestini. Perché?
«Con l’emendamento della Lega i pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi saranno obbligati a denunciare anche i bambini che si rivolgeranno al pronto soccorso o che andranno a scuola. Va bene il reato di clandestinità, che può essere utile, ma devono essere le forze dell’ordine a vigilare. Non si può arrivare al paradosso che per la necessità di curarsi o per assolvere agli obblighi scolastici si vada incontro a una denuncia».
Cicchitto e Bocchino hanno preso le distanze dicendo che la sua iniziativa non è condivisa dal gruppo del Pdl. E in molti l’accusano di voler fare solo propaganda.
«La loro dichiarazione mi sembra strana, perché sanno bene che in tanti nel centrodestra, anche i parlamentari-medici, sono contrari a questa norma. Basta vedere i nomi di chi ha firmato, da Pecorella a Farina, a Mariella Bocciardo (prima moglie di Paolo Berlusconi). E anche le dichiarazioni favorevoli di chi non ha firmato, come il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi».
Fini è d’accordo con lei, come dice?
«Anche lui ha delle perplessità sull’obbligo di denuncia ed è favorevole a discutere e approfondire bene il problema».
Perché afferma che anche il presidente Napolitano è «sensibile» al
«Con lui ho parlato la scorsa settimana dello status dei minori stranieri, come presidente della commissione bicamerale per l’Infanzia, e mi ha espresso la convinzione che non bisogna penalizzare donne e bambini».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.