Alla Staatsoper, mercoledì, il suo Così fan tutte (di Wolfang Amadeus Mozart) ha fatto parlare di miracolo musicale. Al camerino, lunga coda di estimatori e vertici musicali della città. In testa, quanto alla Staatsoper, il sovrintendente uscente, Ioan Holender, ed entrante, Dominique Meyer, più il Sovrintendente del Musikverein. E tutto ciò, in una Vienna che, per le più naturali ragioni di affinità elettive, spicca fra le città-roccaforte mozartiane.
Lartefice del miracolo è il direttore dorchestra Riccardo Muti che, per frequentazione e stima, è ormai considerato un viennese dadozione. Lui, lartefice di un Così fan tutte di sangue italiano. E ciò a partire dal regista, Roberto De Simone, il cui allestimento era stato già rodato nel 1995 nel Theater an der Wien, il teatro bomboniera di Vienna, intimo e raccolto. Anche le scene e i costumi parlavano italiano, le prime curate da Mauro Carosi mentre Odette Nicoletti sè occupata dei costumi. Particolarmente apprezzate, la Fiordiligi di Barbara Frittoli e la Dorabella dellaustriaca Angelica Kirschlager. Ildebrando dArcangelo vestiva i panni di Guglielmo mentre Ferrando ha visto il debutto alla Staatsoper di Francesco Meli, compagno di vita della Frittoli. Nella buca dorchestra, i nobili Wiener Philharmoniker.
Il Così fan tutte di Muti ha conquistato il pubblico e una critica che da tempo non sta neppure a discutere su Muti, eletto tesoriere di Mozart. Biglietti esauriti, applausi a scena aperta, continue chiamate al proscenio, parterre importante: in breve, mercoledì, giorno del debutto, sè avuto il classico copione della serata da gran prima.
Muti, consumato il divorzio scaligero e sciolto da ferrei vincoli con teatri, continua a riempire lagenda di appuntamenti con orchestre assai scelte, più limpegno di formazione dei giovani dellOrchestra Cherubini. È di ritorno dagli Usa, dove ha condotto la New York Philharmonic che assieme alla Chicago Symphony, ai Wiener e alla Philharmonia di Londra compone il quartetto dei complessi particolarmente cari a Muti. Che, pur avvezzo al caviale della gastronomia musicale, non manca comunque di dichiarare che i Wiener costituiscono un caso a sé, unici per come sanno porgere i grandi austriaci, Mozart e Schubert per esempio. Con loro, girerà lEuropa in aprile. E li incontrerà nuovamente in agosto per quelli che sono considerati i due appuntamenti chiave di Salisburgo: Otello di Verdi e Flauto Magico di Mozart.
La musicalissima Austria con Muti diventa anche una terra di esportazione di prodotti italiani, cioè lOrchestra Cherubini che l8 marzo, a Vienna, sarà impegnata con Muti nel Don Pasquale mentre in maggio ritorna a Salisburgo con laccoppiata de Il matrimonio inaspettato di Paisiello e I pellegrini al sepolcro di nostro Signore di Hasse. Maggio è pure tempo di anniversari: il quarantesimo dal debutto al Maggio Musicale Fiorentino, listituzione che segnò il decollo definitivo di un Muti ventisettenne e che lo riavrà sul podio il 17 e 18.
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