Mutui, dopo il salasso del 2007 i tassi promettono la prima frenata

L’Abi: a fine 2007 costi record (5,72%), ma a gennaio caleranno. L’exploit del credito al consumo. Tengono gli impieghi

da Milano

La passione per la casa continua a costare cara alle famiglie italiane che lo scorso mese hanno visto coincidere l’avvicinarsi delle feste natalizie con un picco delle rate dei mutui: il tasso di interesse a dicembre si è attestato al 5,72%, il massimo degli ultimi cinque anni come era già accaduto a ottobre (5,71%). A prendere il polso al mercato del credito è stata l’Abi (5,66% il dato di novembre), l’associazione che raggruppa le banche del Paese, che prevede tuttavia un quadro clinico in miglioramento già questo mese.
A scatenare l’avvenuto rincaro è stato infatti, oltre al sempre maggior ricorso al tasso fisso (pari al 65% delle nuove erogazioni), l’impennata registrata dall’Euribor. Il parametro, che esprime il costo del denaro in Europa, lascia trasparire la finora scarsa fiducia interna al sistema bancario dopo la crisi dei mutui subprime americani. Questo mese, però l’indice si è riportato ai livelli precedenti al credit crunch di agosto. Quando i tassi sui mutui erano volati a una media del 5,63%, un punto percentuale oltre il 4,57% di un anno prima (3,58% il minimo toccato a luglio 2003) e lontano dal 5% di inizio 2007.
La normalizzazione del mercato interbancario dovrebbe in sostanza chiudere la forbice fra il tasso di riferimento della Bce (4%) e il reale costo dei prestiti. L’Euribor a un mese si attesta al 4,2% mentre quelli a sei mesi e a un anno sono inferiori al 4,6%, spiega l’Abi, dalla cui analisi emerge inoltre l’esplosione delle estinzioni anticipate dei mutui: più 40% nei primi nove mesi del 2007 per un totale di 50mila pratiche mentre le rinegoziazioni sono state 42mila.
Un’ulteriore spia della difficoltà degli italiani a fare quadrare i bilanci è il crescente ricorso all’acquisto a rate dimostrata dal successo del credito al consumo (più 5,8% a novembre) che aveva visto nel 2006 oltre 7 milioni di contratti. Buone notizie invece per il business bancario dall’evoluzione degli impieghi, saliti a novembre del 12,3%, seppur in lieve calo rispetto al 12,8% del mese precedente. La dinamica, sottolinea il rapporto dell’Abi, continua ad essere sostenuta sia dalla componente a lungo termine che da quella a breve termine. Alla fine del 2007, l’ammontare degli impieghi a livello di sistema è stato di 1.455 miliardi, con un flusso netto di nuovi impieghi di 133 miliardi rispetto a dicembre 2006.


Cui si aggiunge la flessione delle sofferenze nette che, tolte le svalutazioni, sono state pari a 107 milioni alla fine di ottobre, mentre il rapporto fra le sofferenze e gli impieghi totali è stato pari all’1,19%, contro l’1,35% dello stesso mese del 2006. La raccolta, invece, alla fine di dicembre, ha raggiunto quota 1.270,5 miliardi di euro, con un tasso annuo di crescita del 6,65 per cento.

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