Mutui sotto il 5%, i più bassi da ottobre 2006

L’effetto Bce sui mutui casa si fa già sentire. Il tasso interbancario Euribor a tre mesi, su cui viene calcolata la maggior parte dei prestiti immobiliari, è sceso di oltre 3,5 punti percentuali rispetto allo scorso ottobre, «regalando» alle famiglie un risparmio medio di duecento euro al mese, che può arrivare a oltre 400 euro per un mutuo trentennale da 200mila euro. Lo afferma un’elaborazione di Mutuionline, basata sul tasso dell’1,76% di venerdì scorso: e c’è ancora spazio per la discesa, visto che nel frattempo l’Euribor a tre mesi è continuato a scendere fino a raggiungere, ieri, l’1,70%, nuovo minimo storico che promette un ulteriore abbassamento delle rate.
Il taglio dei tassi di riferimento, che giovedì scorso hanno toccato il minimo record dell’1,5%, ha provocato la caduta verticale anche dell’Euribor a un mese, all’1,36%, e di quello a una settimana, attualmente all’1,09 per cento.
Continua così per il popolo dei mutui la serie positiva che già a gennaio ha portato i tassi sotto il 5%, ai valori minimi da oltre due anni. Lo rileva la Banca d’Italia, aggiungendo che sempre a gennaio il tasso medio sui nuovi prestiti bancari alle famiglie è sceso al 4,78% dal 5,08% di dicembre, mentre il tasso Taeg è sceso al 4,89% (dal 5,18% di dicembre). Non per nulla le famiglie chiedono sempre di più mutui a tasso variabile: nei primi due mesi del 2009 le richieste, secondo le rilevazioni di Mutuionline, sono balzate dal 17,2% di fine 2008 al 39,7 per cento.
Una scelta in un certo senso obbligata: sono infatti le stesse banche a spingere sul variabile, applicando invece spread più elevati - anche dal 2% in su - sui mutui a tasso fisso. Le banche, infatti, acquistano la maggior parte del capitale con cui finanziano la propria attività sul mercato interbancario a breve termine, quindi pagando un costo pari al tasso Euribor, mentre le rate dei mutui a tasso fisso sono calcolate tenendo conto degli indici Irs, anch’esso ai livelli minimi in questo momento (il ventennale è pari al 3,83 per cento). Tuttavia molti istituti prevedono che, una volta superata questa crisi, l’Euribor tornerà a salire anche oltre il 4%, e quindi temono in futuro di ricavare dai prestiti a tasso fisso meno di quanto dovranno spendere per acquistare il denaro per i finanziamenti: da qui, la scelta di scoraggiare i mutui a tasso fisso.
Ma anche chi stipula il mutuo a tasso variabile oggi deve fare bene i suoi conti, sapendo che nei prossimi anni l’aumento della rata sarà praticamente inevitabile. E qui ognuno deve valutare fino a dove le sue condizioni di reddito gli consentono di sostenere un maggiore esborso.
Non solo: le banche chiedono sempre più garanzie a chi vuole accendere un mutuo, dalle fideiussioni alle coperture assicurative.

E sono sempre meno frequenti le concessioni di finanziamenti per acquistare la casa fino all’80% del valore: per coprire una percentuale più elevata si ricorre in misura sempre maggiore alle assicurazioni che tutelano le banche per il restante 20 per cento.

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