Tasso variabile o tasso fisso? È il grande dilemma delle famiglie italiane alle prese con la stipula di un mutuo per lacquisto della casa. Specialmente in questo momento, in cui lincertezza dei mercati e la debolezza del potere di acquisto spingono alla prudenza. Con gli ultimi aumenti del costo del denaro imposti dalla Banca centrale europea, la forbice tra tasso fisso e tasso variabile si è ridotta e si preferisce la certezza del tasso fisso piuttosto che i rischi di quello variabile.
«Dal 2006 è iniziato il trend positivo dei mutui a tasso fisso e nel 2007 cè stato il boom, tanto che oggi il 75% dei mutui erogati in Italia sono a tasso fisso - spiega Roberto Anedda, responsabile marketing di MutuiOnline -: una tendenza giustificata con il continuo rialzo dei tassi da parte della Bce. Oggi a trovarsi in seria difficoltà sono colori che a fine 2005 hanno scelto un mutuo a tasso variabile puro, senza fare attenzione allo spread (la percentuale che la banca aggiunge al tasso imposto dalla Bce e che costituisce il guadagno dellistituto, ndr), che poteva arrivare anche al 2%, visto che i tassi erano al minimo e gli istituti potevano permettersi uno spread più alto senza perdere in competitività. Allepoca scegliere un tasso fisso voleva dire pagare una rata mensile nettamente più alta rispetto al variabile. Oggi non cè più questa grande differenza e cresce il numero delle sostituzioni di mutui a tasso variabile con quelli a tasso fisso. Credo che questo sbilanciamento verso il fisso sia eccessivo». Oggi si trovano mutui a tasso fisso intorno al 5,60%, variabile intorno al 5 per cento.
La riduzione del costo del denaro negli Usa fa ben sperare anche per lItalia, sebbene Jean-Claude Trichet, governatore della Bce, rimanga prudente. Il periodo più nero sembra essere passato, quindi scegliere un buon variabile potrebbe non essere sbagliato, visto che lEuribor è sceso di nuovo ai livelli di luglio. «È vero che negli ultimi due anni ogni previsione di crescita delleconomia europea è sempre stata rivista al ribasso, ma è anche vero che se non ci saranno troppi scossoni e spinte inflattive, la Bce potrebbe decidere entro la fine dellanno di ridurre i tassi al 3,75%.
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