(...) provinciale di Genova, alto, bruno. Lei una bionda sinuosa, con lo sguardo languido. E quando parli con lui puoi star certa che lei cè sempre, controlla, vigila, osserva. E a te degna appena di unocchiata che tinquadra subito: ecco... è arrivata una scocciatrice, adesso finisce che mi tocca saltare il pranzo. A poco servono un complimento e una carezza sulla testa. Nala, giovane femmina di Labrador Retriver, non ha occhi che per il suo «amore» Giovanni Maceli, commissario della Polizia Provinciale, suo proprietario e conduttore. Basta un gesto di lui e lei sa cosa fare. E così allarrivo del fotografo si accoccola nella cuccia rossa ai piedi della scrivania di Giovanni e tenta di schiacciare un pisolino. Ormai è andata storta, sembra pensare, lanciando appena unocchiata al sacchetto di crocchette vicino al computer, il suo pranzo al sacco. Intorno a mezzogiorno, negli uffici della Polizia Provinciale a Quarto, lantivigilia di Pasqua regna una certa calma. «Siamo arrivati ieri sera dallAbruzzo, e la situazione ci ha particolarmente colpito, è una grande tragedia», racconta Giovanni facendo scorrere sul video le fotografie scattate dal collega Piergiorgio Mastrocola che con loro è stato tra i primi liguri a partire per le operazioni di ricerca dei feriti sotto le macerie del terremoto. Lunedì notte Giovanni, Piergiorgio e Nala sono arrivati a San Gregorio, un paesino vicino allAquila. Il labrador si è messo subito al lavoro: pettorina dordinanza («sa che quando la indossa comincia loperazione di ricerca di persone scomparse», spiega Giovanni), Nala comincia a percorrere cerchi sempre più stretti intorno a una zona indicata da Giovanni, un «girotondo» che serve per limitare unarea. Ma questa volta, il «gioco» è stato triste. Nala, abituata ad abbaiare felice al momento del ritrovamento di qualcuno, si guardava intorno stranita. «Purtroppo abbiamo trovato tre cadaveri - racconta il commissario Maceli - due coniugi abbastanza giovani e una suora. Lui era un poliziotto che, abbiamo saputo in seguito, aveva finito il turno di lavoro alluna di notte. Nala, come gli altri cani che hanno lavorato ai soccorsi, ha trovato tanti corpi senza vita e anche per gli animali, come fosse un fallimento, è stata dura. «Sembrava perplessa - dice Giovanni -, se dovessi umanizzare il suo atteggiamento lo definirei così: quando Nala, durante laddestrament,trova listruttore che si è nascosto abbaia felice, lo spinge con il muso e lo prende a zampate come per farlo risvegliare. Qui purtroppo... bé... lo sapete». Questi parlano di me. Nala alza un sopracciglio incuriosita, ma come una ragazza bene educata non mostra segni di impazienza. Daltra parte lei è una vera principessa. «Il suo nome era Margot - racconta Giovanni - ma quando labbiamo portata a casa, mia figlia, che allepoca aveva cinque anni, lha voluta chiamare come la fidanzata di Simba, la leonessa del film Re Leone». Non cè che dire, della regina della savana, Nala ha la grinta e la forza. Senza paura si è infilata negli scavi sotto i cumuli di macerie in Abruzzo, a San Gregorio e allAquila.
Daltra parte lei non è una volontaria qualsiasi: incorniciati in casa ha due brevetti uno per ricerca su superficie e su macerie, e laltro per ricerca di vittime di valanghe. Per conseguirlo, ha frequentato una scuola in Alto Adige. E poi cè Giovanni sempre con lei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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