Leggi il settimanale

«A Napoli tra 10 giorni sarà tutto risolto»

RomaIl problema dei rifiuti a Napoli «prevediamo che possa ritornare alla norma in dieci giorni», dichiara Berlusconi a palazzo Chigi. Entro questo tempo spariranno i fumi nauseanti che salgono dalla discarica di Terzigno. Una soluzione rapidissima, cambio della gestione dell’emergenza. Nel napoletano non si può aspettare: la protesta è circoscritta ma ormai è guerriglia.
Ieri è stato il giorno dell’intervento del governo: una relazione tecnica di Guido Bertolaso in consiglio dei ministri, un vertice lampo tra tutte le istituzioni interessate, e poi la decisione del premier, già pensata da alcuni giorni: la gestione della discarica verrà riaffidata alla Protezione civile, come era stato fino a dieci mesi fa, e sottratta alla municipalizzata Asia. Bertolaso «si trasferisce da oggi a Napoli». Quattordici milioni di euro sono inoltre destinati alle opere «di compensazione» di Terzigno.
Berlusconi ha insistito e Bertolaso ha deciso di tornare su un palcoscenico difficile dopo mesi di delusioni, raccontano i collaboratori, per innato «spirito di servizio» e per rispondere alle strumentalizzazioni che avanzano da giorni sul fatto che la soluzione dei rifiuti da lui impostata nel 2008 fosse provvisoria. Attacchi partiti ieri anche dalla Ue: «L’Italia risolva in fretta la questione». Il capo della Protezione civile ha intenzione di risolvere l’emergenza in tempo brevissimo. È un impegno ma c’è una scadenza personale che filtra da via Ulpiano: vorrebbe lasciare il dipartimento a metà novembre.
A Palazzo Chigi, in conferenza stampa congiunta con il premier, Bertolaso spiega che il problema «non è strutturale». Le discariche attivate in Campania sono per ora cinque e hanno la possibilità di accogliere «un milione di tonnellate», da qui al 2013. Due anni fa, quando i cumuli di spazzatura di Napoli erano l’immagine più ricorrente nei telegiornali di tutto il mondo, non si tamponò soltanto l’emergenza, ma si organizzò un «piano»: «Il piano rifiuti è molto preciso - chiarisce Berlusconi - e per Terzigno prevede impianti di depurazione, bonifiche, impianti idrici e fognari, nonchè di riqualificazione urbana». Le soluzioni trovate allora, «le nostre soluzioni - precisa il premier - sono durature nel tempo». Sulle cave «sorgeranno boschi e parchi». Ma la delega al territorio spesso non funziona, e adesso bisogna intervenire in fretta. La gestione torna al governo, al braccio esecutivo della protezione Civile.
L’allarme rifiuti e i disordini nel napoletano sono stati al centro anche del consiglio dei ministri. Bossi ha espresso le sue preoccupazioni esplicite: «Non si può aspettare che si scappi il morto». Dopo la riunione tecnica con Bertolaso, Letta, i ministri Carfagna e Prestigiacomo e il governatore campano Caldoro, Berlusconi chiarisce: «Si tratta di un fenomeno localizzato». Non c’è una strategia organizzata, è presto per parlare di interferenze mafiose. Oltre che al ministro Maroni, il premier ha chiesto una relazione anche al titolare della Salute Ferruccio Fazio: «Non ci sono rischi per la salute».
Per ora si scommette: problema risolto entro la fine della prossima settimana. Una scommessa sbeffeggiata dall’Italia dei Valori («Berlusconi racconta un sacco di ecoballe»), ma che trova l’appoggio del capo dello Stato: Napolitano dichiara di provare «profonda pena e crescente allarme, ma aggiunge che il governo si è assunto le sue responsabilità «al più alto livello». L’ottimismo è forte di ua rete predisposta da più di due anni: oltre alle cinque discariche in funzione «ne sono previste altre tre», spiega ancora Bertolaso. Da Chiaiano a Sant’Arcangelo Trimonte le cinque discariche hanno tempi di esaurimento che variano da uno a tre anni. E intanto il termovalorizzatore di Acerra brucia più di mille tonnellate di rifiuti al giorno , finora ha smaltito quasi un terzo (il 29%) dei rifiuti totali della Campania e «funziona e funzionerà sempre meglio, la terza linea a fine novembre sarà aperta».
E allora cosa è successo in questi mesi? Alla protezione Civile spiegano che quando Terzigno era gestita dal dipartimento, fino a dicembre del 2009, i rifiuti scaricati erano secchi, passati dagli impianti di compostaggio, gli ex Cdr. Il deposito veniva poi ricoperto da «uno strato vegetale»: una procedura che evitava lo spargimento di cattivi odori. Ora buona parte della spazzatura arriverebbe a Terzigno direttamente dalla strada.
Dall’Unione Europea l’allarme preoccupato è lanciato dal portavoce del commissario all’ambiente, Janez Potocnik: «La questione è seria».

In Campania «si possono scordare di vedere sbloccare i 145 milioni di fondi congelati», minaccia la presidentessa della commissione parlamentare d’inchiesta, Judith Merkies, socialista olandese, mai tenera con l’Italia. Da ieri il conto alla rovescia.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica