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Napoli, donna uccisa: teste contro un pedofilo

La vittima, 51 anni e residente a Portici, è stata trovata in un auto nel porto di Napoli colpita da quattro proiettili. La donna è stata testimone in un processo per stuproe già tre anni fa qualcuno ha provato a incendiarle casa

Napoli, donna uccisa: 
teste contro un pedofilo

Napoli - Una donna è stata trovata morta in una Hyundai nel porto di Napoli, in via Ponte dei Francesi. Teresa Buonocore, 51 anni e residente a Portici, è stata uccisa a colpi di pistola mentre viaggiava su una Hyundai intestata alla madre 72enne.

La dinamica Secondo quanto dichiarato dalla polizia era da sola in auto e stava andando da San Giovanni a Teuduccio verso il centro di Napoli, quando è stata colpita da quattro proiettili calibro 9 esplosi a distanza ravvicinata sembra da due killer in motorino che si sono dileguati immediatamente. Sembrerebbe quindi una vera e propria esecuzione in stile camorristico. Sul delitto sta indagando la polizia.

Il processo per pedofilia per cui ha testimoniato Teresa Buonocore era sposata e separata. Aveva due figli grandi e due nati recentemente. Nel 2008 fu testimone in un processo contro un uomo che aveva abusato di sua figlia, Enrico Perillo, 57 anni, accusato e condannato a 15 anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di due bambine di 8 anni. L'uomo è detenuto nel carcere di Modena. Gli inquirenti stanno valutando eventuali collegamenti fra questa vicenda e l’omicidio.

Le precedenti intimidazioni Già prima del processo per pedofilia, però, la donna ha subito attacchi: nel 2007 fu appiccato il fuoco
alla porta d’ingresso della su aabitazione, in cui vive con la sorella e le figlie più piccole. Le fiamme furono presto domate e non ci furono conseguenze grazie al tempestivo intervento del portiere dello stabile. Responsabili e movente di quell’episodio, però, non sono stati mai scoperti e ora la polizia riesaminerà il fascicolo relativo all’incendio.

I killer sapevano che sarebbe uscita La donna in passato, a
quanto si è appreso, ha lavorato nello studio di un noto
penalista scomparso da una decina di anni, per poi essere assunta 13 anni come guida turistica in un'agenzia di Napoli. Ora non aveva un lavoro stabile e non andava regolarmente in città. Chi l'ha uccisa, quindi, conosceva gli spostamenti della donna. Gli inquirenti stanno ascoltando i parenti della donna per trovare maggiori elementi utili per le indagini e al momento, non scartano alcuna ipotesi sul movente. In un primo momento sembrava che la donna fosse parente di un collaboratore di giustizia, un affiliato al clan Vollaro ucciso a Portici due anni fa.

La notizia è stata però smentita dalla polizia. 

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