A Napoli il terzo tempo è una rissa Ma i tifosi «espellono» un ultrà

Napoli. Ecco la vera e più istintiva applicazione del terzo tempo nel calcio. Va in scena in Napoli-Lazio, al fischio finale dell’arbitro Rocchi - è il 51’ - quando tutti corrono infuriati verso di lui per criticarlo dopo tre espulsioni (Blasi, Stendardo e Reja) ed il contestato pareggio del Napoli all’ultimo secondo di un interminabile recupero. A centrocampo si crea una mischia furibonda: arbitro e assistenti prendono la strada degli spogliatoi, tallonati soprattutto dai giocatori laziali. Tra i contestatori si distingue Tare, partito di corsa dalla panchina. In queste condizioni, nessuno, tantomeno l’arbitro Rocchi, fa rispettare il cerimoniale che prevede i saluti a centrocampo. Più che strette di mano, sarebbero infatti volati ceffoni e spinte.
Poco dopo il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, dirà: «A me non va di giocare contro dodici uomini, arbitro compreso... Forse Rocchi, che è anche un arbitro internazionale, si è confuso con il suo omonimo che gioca nella Lazio e che forse gli ha dettato una certa simpatia. Caro Abete devi proteggere i nostri investimenti». Quindi il silenzio stampa deciso da entrambi i club. Per i biancocelesti solo le parole del patron Claudio Lotito: «Il Napoli dice che Rocchi è stato decisivo? Può darsi, ma bisogna capire in che modo. Secondo me al San Paolo si sono fermati tutti gli orologi...».


Per fortuna che sugli spalti non hanno preso esempio dal campo: durante il secondo tempo, un teppista ha infatti scagliato una bottiglia di plastica vuota in campo, che ha sfiorato la panchina del Napoli. Gli altri spettatori l’hanno indicato agli steward e poi controllato a vista fino a che non sono arrivati gli agenti. Denunciato.

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