Napoli in testa. La Lazio srotola il tappeto rosso

Roma - Il «red carpet» del Festival del Film dista pochi chilometri. Ma il tappeto rosso lo srotola all’Olimpico «El Pocho» Lavezzi, scrivendo un copione sognato da Aurelio De Laurentiis. Il produttore e patron del Napoli ha fretta di correre a incontrare Tony Servillo e Carlo Verdone, ma non può che celebrare il successo degli azzurri. Che in casa della Lazio mancava dal 7 gennaio 2001 (2-1 con Mondonico in panchina e conseguente esonero sulla panchina biancoceleste di Eriksson). Ora i partenopei possono guardare tutti dall’alto: primato in classifica con Inter e Udinese, evento che non accadeva da 17 anni quando l’allenatore era Ranieri e il presidente ancora Corrado Ferlaino. Un primato che mercoledì il San Paolo potrà festeggiare contro la Reggina e con le curve finalmente riaperte dopo il divieto del Casms. Intanto i 500 tifosi del Napoli presenti n tribuna nonostante il divieto di trasferta - qualcuno rivelerà di aver comprato il biglietto da un bagarino, altri di averlo avuto dagli amici abbonati laziali, Lotito accuserà il Coni prima di fare retromarcia e telefonare a Petrucci per chiarire l’equivoco - cantano ‘O Surdato ‘nnammurato. «La gente che ama il calcio ci guarda con simpatia, il Napoli è un esempio positivo», dice il patron azzurro. La sua è una delle squadre più giovani del torneo. «Dopo questo risultato, nessun obiettivo può esserci precluso», la sintesi di Reja dopo il successo scaturito da una sfortunata autorete di Siviglia. «Reja sta vivendo un sogno straordinario: fare la A a 63 anni – dice De Laurentiis -. La società deve essere più razionale, anche se vogliamo dare un pizzico di speranza ai napoletani. Napoli appartiene agli italiani, mi dispiace sentire sempre delle cose negative su questa città. Ambizioni? Giusto averle, ma il mio obiettivo è di entrare fra i primi cinque, sono abituato a farlo anche nel cinema quando combatto con altre 500 pellicole...». All’Olimpico il match lo fa la Lazio che spreca tanto nella prima mezz’ora e rischia di capitolare quando Gargano colpisce la traversa su punizione. «A Bologna non l’avevamo giocata, stavolta sì ma abbiamo buttato al vento molte occasioni», si rammarica Delio Rossi. L’atteso duello argentino Lavezzi-Zarate (che già a fine primo tempo si scambiano le maglie) finisce a favore del napoletano. «El Pocho» regala pochi guizzi ma importanti, come il cross da cui nasce lo sfortunato autogol di Siviglia. Il cannoniere laziale, invece, fa ammattire la retroguardia ma si ostina in inutili dribbling e la sua mira si rivela imprecisa. Come impreciso, anche per merito di Rinaudo, è il tiro nel finale di Pandev che sbatte sulla traversa e che Inzaghino non riesce a ribadire in porta.

«La Lazio avrebbe meritato di vincere, dobbiamo imparare a essere più cinici», tuona Lotito. Biancocelesti senza successi da un mese e ridimensionati. Il Napoli vola e pregusta già la sfida di San Siro con il Milan. Sfida da primato, come ai tempi di Maradona.

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