Napoli, ucciso il boss e suo figlio: ritorsione

Gennaro Sacco, 58 anni, reggente del clan Sacco-Bocchetti, è rimasto ucciso insieme al figlio in un agguato. Erano parenti del killer del rione Sanità

Napoli, ucciso il boss  
e suo figlio: ritorsione

Napoli - Agguato per ritorsione. Sono zio e cugino del killer del video choc del rione Sanità, Costanzo Apice, 28 anni, ora detenuto, Gennaro Sacco, 58 anni, e suo figlio Carmine, 29 anni, padre e figlio uccisi oggi in un agguato di camorra a San Pietro a Patierno, alla periferia di Napoli. Apice, che ripreso da una telecamera alla Sanità freddò a colpi di pistola Bacioterracino, 53 anni, potrebbe anche essere anche un affiliato del clan Sacco e nel clan avrebbe potuto svolgere il ruolo di uno dei guardaspalle del boss Gennaro Sacco ucciso oggi. Stretto riserbo viene mantenuto dagli investigatori su questa ipotesi come sulla possibilità, che sinora non trova conferma, secondo la quale l'agguato di oggi possa essere un avvertimento nei confronti di Apice che avrebbe lasciato intendere l'intenzione di pentirsi.

Freddati Nell'agguato di oggi sono morti Gennaro Sacco di 58 anni, tra i capi del clan Sacco-Bocchetti, e suo figlio Carmine di 29 anni. I due erano in sella a una moto, guidata da Carmine, quando i killer, alle loro spalle, forse anche loro in moto, hanno iniziato a sparare. Hanno colpito alla testa Gennaro Sacco. Il figlio Carmine ha tentato la fuga ma, forse già ferito, si è schiantato con la moto contro un muro.

Ha continuato la fuga a piedi ma è stato raggiunto dai killer che gli hanno sparato contro altri colpi di arma da fuoco. Il decesso è avvenuto nell'ospedale San Giovanni Bosco. Il clan Sacco-Bocchetti è attivo principalmente a San Pietro a Patierno. Gli affari sono concentrati nel settore della droga.

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