L’ennesimo presunto caso di pedofilia è esploso nell’area Stabiese, in provincia di Napoli. Una bambina di 10 anni ha raccontato alla maestra di aver subito abusi sessuali dallo zio. “Mi ha toccato”, ha detto la piccola all’insegnante delle scuole elementari, la quale ha denunciato l’episodio ai carabinieri e gli assistenti sociali. Da tre giorni la minorenne è stata trasferita in un luogo sicuro, a distanza dai familiari, in attesa del risultato delle indagini dei militari.
Secondo la testimonianza dettagliata dalla bambina, lo zio avrebbe approfittato dell’assenza dei genitori per molestarla sessualmente. La piccola ha rivelato il suo malessere attraverso un disegno, che ha insospettito la maestra. Quando quest’ultima ha chiesto il perché di quelle immagini, la minorenne si è aperta e ha raccontato il suo disagio.
I genitori erano all’oscuro della vicenda e adesso non vorrebbero stare lontani dalla figlia. Per il momento ciò non sarà possibile, dato che l’isolamento, in questi casi, è previsto per legge. Nel mirino degli investigatori è finito proprio lo zio della piccola, che vive a poche decine di metri di distanza dalla sua abitazione e che, per il momento, è accusato di violenza sessuale su minorenne.
Qualche mese fa, fece scalpore un caso di pedofilia nel Casertano che ha coinvolto una bambina di 11 anni e un sacerdote. Il prete di Trentola Ducenta, durante l’interrogatorio nel carcere di Secondigliano, ha ammesso le sue colpe. “È tutto vero, chiedo scusa alla famiglia della bambina. Spero riescano a perdonarmi. Ho intrapreso un percorso spirituale. Mi affido alla giustizia divina e terrena. Sono colpevole”, ha detto il sacerdote, il quale ha parlato di un momento di debolezza.
Il caso del prete, che era già stato sospeso dal vescovo della diocesi di Aversa Angelo Spinillo, era stato trattato nel corso della trasmissione Mediaset Le Iene. Allora il parroco si era detto innocente. Don Michele, prima dell’arresto, aveva subito un linciaggio sui social network ed era stato aggredito a calci e pugni per strada. A salvarlo furono due motociclisti passati di lì per caso. Don Michele dovette ricorrere alle cure mediche e denunciò l’aggressione subita ai carabinieri.
Ad incastrare il sacerdote era stata la stessa bambina, che ha registrato con il suo telefonino gli incontri con il prete avvenuti nella parrocchia, un elemento che ha permesso alla Procura di arrestare don Michele. “Non mi devi più toccare, lasciami stare”, le parole della bambina nella registrazione, a cui seguono quelle del sacerdote che dice: “È solo un gioco, stati tranquilla, non facciamo nulla di male”. Frasi choccanti, ascoltate anche dal vescovo di Aversa Spinillo alcuni mesi fa, che ha subito sospeso il parroco.
La vicenda era stata segnalata al prelato da un gruppo di fedeli della parrocchia, che avevano accompagnato la mamma della ragazza presso gli uffici della Curia vescovile per raccontare i fatti.
Il cerchio si è chiuso con l'incidente probatorio, l'udienza che si svolge in camera di consiglio senza la presenza del pubblico, che ha messo vittima e carnefice uno di fronte all'altro; la bambina ha confermato che gli abusi andavano avanti da tempo, mentre don Michele, in un primo momento, si è difeso asserendo che la minore stava diceva bugie. Poi il crollo nel corso dell’interrogatorio.
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