Cronaca locale

Napoli, tutti assolti i membri di Casapound accusati di banda armata

La sentenza della corte d'Assise: "Il fatto non sussite". Una sola a condanna a tre anni, gli altri 34 imputati sono stati assolti

Napoli, tutti assolti i membri di Casapound accusati di banda armata

Tutti assolti perché "il fatto non sussiste". Si chiude così il maxi processo istruito contro i 35 tra dirigenti e militanti del movimento Casapound di Napoli.

A pronunciare la sentenza, la corte d'Assise di Napoli, che ha emesso una sola condanna a tre anni, nei confronti di Enrico Tarantino, per la detenzione di bottiglie molotov, che sarebbero state lanciate all’indirizzo della sede del centro sociale Insurgencia nel 2010. Tutti gli altri 34 imputati, invece, sono stati assolti dalle accuse di associazione sovversiva e banda armata. Tra loro, oltre a Enrico Tarantino, i nomi più conosciuti erano quelli di Giuseppe Savuto, Emmanuela Florino e Andrea Coppola.

Il pm aveva chiesto condanne per tutti i 35 imputati. Quelle più severe erano state proposte per le quattro persone, ritenute a capo dell'organizzazione: erano stati ipotizzati 8 anni per Enrico Tarantino e 6 anni per Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino (figlia dell'ex senatore di An Michele) e Andrea Coppola.

L'unica condanna risulta quindi quella emessa verso Tarantino. Nei suoi confronti, Casapound fa sapere che "si tratta di una persona che già era stata allontanata e agiva da sola". Assolta, invece, Emanuela Florino, che all'AdnKronos ha dichiarato: "Ormai non ce lo aspettavamo più, anche se noi sapevamo che le accuse erano infondate. Ci siamo trovati addosso dei capi di imputazione da Br e per anni abbiamo dovuto sopportare che i giornalisti tiravano fuori sempre questa storia, specie io che sono stata candidata in politica". Poi aggiunge: "Siamo contenti di questa vittoria e ringraziamo i nostri bravissimi avvocati. La Corte di Assise ha avuto il coraggio di guardare ai fatti ed esaminare le intercettazioni senza farsi condizionare". Con la sentenza di assoluzione, conclude la Florino, "Casapound si sia tolta un bel peso, il mio cruccio era quello di aver creato involontariamente un danno al movimento per gli aggettivi che ci attribuivano e che non davano il senso di cosa fosse Casapound davvero".

L'inchiesta, che vedeva coinvolti i vertici e alcuni militanti del movimento napoletano, oltre a quelli di altre sigle come Blocco studentesco e H.M.O., era partita dopo gli scontri violenti tra gruppi di estrema destra e antagonisti tra il 2010 e il 2011.

Secondo il pm, come ricorda Rai News, sussistevano le ipotesi di associazione sovversiva e banda armata, dato che il gruppo era ispirato da "un'ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali".

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