Se rischia «l'irrilevanza» un'Europa che va in ordine sparso e che fatica a «integrarsi» e a prendere decisioni univoche per fronteggiare la crisi finanzaria, figuriamoci quanto potrebbe contare a livello internazionale un'Italia divisa. Dunque, avverte Giorgio Napolitano, il nostro Paese deve «mantenere salda» la sua unità o rischia di sparire «dalla scena mondiale».
Il giorno dopo il varo della super-manovra da parte del governo, Napolitano invia un messaggio chiaro alle forze politiche. L'occasione è la tradizionale assemblea di Confindustria, che quest'anno celebra i suoi primi 100 anni, e alla quale il capo dello Stato avrebbe certamente preso parte, se non fosse stato impegnato nella missione a Washington. Napolitano è appena rientrato a Roma ma ha comunque sempre tenuto sotto controllo le vicende nostrane, tenendosi informato, tramite il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, sulla definizione della manovra il cui testo, al momento, non è stato ancora trasmesso al Colle.
Da Washington il presidente aveva spiegato che, di fronte alla crisi e alla globalizzazione, senze maggiore coesione nella Ue e strumenti comuni di intervento più efficaci, l'Europa corre il pericolo di restare ai margini dei giochi. Ora, in un videomessaggio agli industriali, stringe il discorso adattandolo all'Italia. E quindi, afferma, Emma Marcegaglia ha ragione quando sottolinea che la priorità italiana si chiama crescita. Crescita che deve essere maggiore ma anche migliore, dice, e che soprattutto è un obiettivo che può essere raggiunto solo cercando la massima condivisione. Per questo, ogni «sforzo» di Napolitano è teso a fare sì «che ciò che unisce prevalga su ogni esasperazione di pur legittime distinzioni di interessi e di posizioni politiche».
Si tratta perciò dell'ennesimo appello all'unità. Un invito, che, visti i chiari di luna, è sempre più accorato. Si profilano, dice il capo dello Stato, «all'ordine del giorno decisioni difficili» di fronte alle quali «tutti dovremmo dar prova della nostra tempra nazionale». E «un contributo essenziale può venire da voi, dal mondo così vasto e ricco degli imprenditori grandi, medi e piccoli, dal sistema delle imprese che voi rappresentate». Conclusione: «Possono ben guidarvi quei valori che la presidente Marcegaglia ha riassunto in quattro parole chiave. Abnegazione nel tendere le proprie energie per innovare e per suscitare sviluppo, europeismo, coesione nazionale, coraggio civile».
Parole che trovano sponda nell'intervento della Marcegaglia, la quale è arrivata a invocare la necessità di riscossa nazionale e di un patto per la crescita anche con i sindacati. Oltre alla sintonia con il Colle, il presidente degli industriali incassa anche il plauso di Renato Schifani: «L'appello della Marcegaglia - dice - va condiviso senza se e senza ma. Un discorso condivisibile e forte e un alto appello per l'unità delle forze sociali, produttive e della politica».
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