RomaUn passo avanti dei giovani: «Il 6 e 7 giugno andate a votare alle elezioni europee». Uno indietro dei politici: «Non lasciate a loro lEuropa, se volete che lUe faccia quanto è necessario per diventare una potenza che conti nel mondo come soggetto politico. I cittadini devono essere coinvolti, immedesimati». E di passi indietro, secondo Giorgio Napolitano, i nostri partiti dovrebbero farne addirittura due. «Non bisogna immiserire la campagna elettorale con polemiche e contrapposizioni interne. Ci si chiede spesso cosa possano fare i giovani per lEuropa. Ebbene, stavolta siete voi ragazzi a dover chiedere ai candidati che cosa hanno in mente di fare per voi». Insomma, ammonisce il capo dello Stato, si parli di idee, di progetti, di cose reali da fare per lEuropa e una volta tanto si lasci perdere il solito teatrino.
Napolitano è in Campidoglio, con Frattini, Tajani, Alemanno, Andreotti e Bonino, per la «festa dellEuropa». Di fronte una platea di giovani che lo sollecitano sul loro futuro occupazionale e sulla possibilità di sbocchi internazionali. «Il tema della formazione risponde è fondamentale. Più ci saranno nella Ue politiche comuni, per la ricerca scientifica e tecnologica e per lo sviluppo economico, più si daranno risposte alla collocazione dei giovani che studiano e che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro». Essenziale pure «liberarsi dal ciclo infernale delle raccomandazioni».
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