da Roma
Dobbiamo fare autocritica, perché cè quasi mezzo mondo che muore di fame. Lo chiede Giorgio Napolitano, aprendo i lavori dellassemblea della Fao: «La comunità internazionale deve sviluppare una nuova consapevolezza del disastro alimentare. Non si può superare la crisi e garantire una prospettiva di reale food security facendo affidamento sulle virtù riequilibratrici del mercato. E le ricette dovranno essere coordinate nel sistema delle Nazioni Unite».
Lo dice anche il Papa, nel suo messaggio allassemblea: «La fame è inaccettabile in un mondo ricco, che dispone di livelli di produzione, risorse e conoscenze sufficienti per mettere fine a questo dramma». E non è un problema, scrive Benedetto XVI, che si può risolvere solo con tecnologie e statistiche. «Oggi viviamo in un paradossale multilateralismo bloccato. La grande sfida è quella di globalizzare non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà nel rispetto e nella valorizzazione di ogni componente umana». Servono «riforme strutturali e provvedimenti coraggiosi» che garantiscano «disponibilità di cibo e uneffettiva distribuzione». Latteggiamento «consumistico», spiega il Pontefice, «provoca disgregazioni e disequilibri sociali» mentre soltanto «la tutela della persona consente di combattere la causa principale della fame, la chiusura delluomo verso i propri simili». La Chiesa «garantirà il suo aiuto».
E di autocritica parla pure Ban Ki-moon: basta «con le politiche che distorcono i mercati». Il segretario generale dellOnu lancia un piano strategico mondiale con misure a breve e medio termine per frenare limpennata dei prezzi dei generi alimentari. Il programma prevede un aumento dei sussidi allagricoltura mirato a far crescere le produzioni del 50 per cento entro il 2030. Oltre al denaro, microcrediti per i piccoli coltivatori e un invito ai singoli governi «a ridurre le tariffe e rimuovere i blocchi allexport».
Ma gli africani non sono convinti. Per il presidente senegalese Abdolulaye Wade si tratta infatti solo «della solita elemosina».
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