Neppure lego alquanto bulimico di Claudio Baglioni riuscì a stipare nello spazio angusto dun concerto gli oltre sessanta brani messi a punto durante le prove del suo ultimo tour, Tutti qui, settanta date e mezzo milione di spettatori. Una decina di quelle canzoni rimasero fuori dai concerti. Ma poiché non si butta via niente, il cantautore romano ha avuto una delle sue caratteristiche pensate: pubblicare a sorpresa un cofanetto - tre album, che per Claudio è ormai la dimensione abituale - con tutti i brani registrati durante la prova generale del tour, inclusi quelli poi scartati.
Trasferire su disco le prove dun concerto è una bizzarria che fu realizzata assai di rado: da Toscanini, forse suo malgrado, e da pochi altri giganti della musica. Nel cui novero ora sautoinserisce Baglioni, sicuro che privare i posteri dun simile documento sarebbe unimperdonabile omissione. E un grave sfregio sia al narcisismo, sia alla smania di presenzialismo che da qualche anno contrassegna le strategie dun artista un tempo lodevolmente schivo.
Ciò non toglie che Buon viaggio nella vita, titolo del triplo cidì e del bellinedito che lo denomina, costituisca unutile test per definire pregi e limiti, genialità ed esuberanze del suo protagonista. Incluso un divorante gusto per leccesso - molte canzoni vengono dilatate tra i cinque e i sette minuti, e i medley rasentano talvolta il quarto dora - e unipertrofia parolaia che annacqua inutilmente la forza poetica di certi testi.
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