«Narciso non è l’unico caso sospetto»

Romanzo o verità storica? È la domanda che spesso ci si pone di fronte a grandi artisti del passato, quando si tratta di «ritrarli» con la scrittura. Così accade che a biografie suggestive se ne alternino altre, scientifiche. Emblematico il caso di Caravaggio, sul quale si contano profili di tutti i generi, dal pittore assassino al creatore rivoluzionario di nuove forme. Francesca Cappelletti, giovane docente di Storia dell’Arte dei Paesi Europei all’Università di Ferrara, ha scelto la strada del rigore storico e stilistico.
Nel suo libro su Caravaggio ha messo bene in evidenza gli autografi dalle copie e dalle attribuzioni incerte. Ci sono tra gli autografi versioni simili di uno stesso dipinto. Per chi li faceva Caravaggio?
«Caravaggio replicava, per i suoi collezionisti affezionati, una composizione particolarmente originale. Uno dei pochi casi di repliche autografe è la Buona Ventura, chiamata all’epoca La Zingara, nota nelle due redazioni del Louvre e dei Musei Capitolini. In questo caso le pose dei personaggi e le loro espressioni sono oggetto di riflessione e di variazioni da parte del pittore. Dalle testimonianze delle fonti conosciamo i nomi dei primi proprietari: Girolamo Vittrice e il cardinal Del Monte che, secondo il Baglione, accolse Caravaggio nel suo palazzo proprio grazie a questo quadro».
Tra i dipinti con il punto interrogativo c’è anche il famoso Ecce Homo di Palazzo Bianco di Genova, generalmente accostato all’analogo soggetto di Cigoli. Perché?
«Per la cronologia. Con i suoi contorni neri più insistiti e con quel caricamento quasi grottesco delle espressioni, il quadro genovese andrebbe, forse, spostato verso gli anni estremi dell’attività del pittore».


Anche il Narciso è dubbio?
«Il Narciso è dubbio perché è un quadro difficilissimo, lirico, raffinato. L’ho sempre considerato un’opera giovanile, vicina alla Maddalena Doria. Poi l’intelligente lettura di Gianni Papi e l’inserimento del quadro nel catalogo dello Spadarino mi ha costretto a una doverosa riflessione».

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