Nastri d’argento, arriva a sorpresa Saviano

RomaIl nastro bianco dell’austriaco Michael Haneke ha appena vinto la Palma d’oro a Cannes e subito Roma rilancia il nostro cinema con i Nastri d’argento. Simbolicamente unite dall’uso civile e borghese di un legame artistico all’insegna dello spirito europeo, ieri a Villa Medici, dunque all’Accademia di Francia ora diretta da Frédèric Mitterrand (nipote dello statista François), sono state rese note le candidature. Film dell’anno è Gomorra di Matteo Garrone che ieri è stato accompagnato da Roberto Saviano, accolto da un mare d’applausi. Lo scrittore ha sintetizzato il successo della pellicola (e del libro): «La vera resistenza è far bene le cose». Il Divo di Paolo Sorrentino è stato nove volte candidato, segnando un record, superabile - per il titolo di miglior regista dell’anno - dall’ultimo lavoro di Marco Bellocchio, Vincere, applaudito sulla Croisette. Anche Il papà di Giovanna, firmato Pupi Avati e Fortapàsc di Marco Risi (sei candidature a testa) si sono aggiunti, in finale di partita, a Questione di cuore di Francesca Archibugi. Siamo in presenza dei film più visti, ma non poteva mancare un focus sul punto di forza della produzione nostrana, ossia la commedia all’italiana, stavolta confortata da una «cinquina» a sorpresa, guarnita da Ex di Fausto Brizzi, Diverso da chi di Umberto Carteni, Generazione mille euro di Massimo Venier, Italians di Giovanni Veronesi e Si può fare di Giulio Manfredonia. E anche qui, sebbene si registrino dati sconfortanti, quanto alla tenuta dei prodotti nazionali, si tratta di pellicole premiate dal pubblico pagante.
Giunto alla 63ª edizione, il Premio, a cura del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici (con il contributo del Mibac- Direzione generale cinema e insieme a Taormina Arte, Bnl-Gruppo Bnp Paribas, l'Oréal professionnel, Blue Panorama) verrà sancito, il 27 giugno, dalla consegna dei Nastri al Teatro Antico di Taormina, col mandrinaggio di Ambra Angiolini.
E se Gomorra, per i 350 giornalisti votanti, costituisce caso a sé, ammontano a 39 i film che, da oggi, scendono nell'agone competitivo. E gli esordienti? Ce n’è anche per loro: da Marco Amenta, distintosi con La siciliana ribelle, a Federico Bondi, che con Mar Nero ha rimesso in pista Ilaria Occhini; da Gianni Di Gregorio, che non è passato inosservato, col suo Pranzo di Ferragosto (a conferma del fatto che si possono avere scarsi mezzi, ma si devono avere numerose idee) a Marco Pontecorvo (Pa-ra-da) e a Stefano Tummolini (Un altro pianeta), il primo miglior ciak otterrà soddisfazione.
Naturalmente, ricompense morali a pioggia per Donatella Finocchiaro (Galantuomini), Isabella Ferrari (Un giorno perfetto), Valeria Golino (Giulia non esce la sera), Alba Rohrwacher (Il papà di Giovanna) e Giovanna Mezzogiorno.

A Toni Servillo (Il Divo), Silvio Orlando (Il papà di Giovanna), Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart, (in tandem nel film della Archibugi), Libero de Rienzo (Fortapàsc) e Filippo Timi, il Mussolini di Vincere, resta la competizione maschile. A Ettore Scola, che ha inaugurato la mostra dei suoi disegni, è andato un Nastro d’onore, mentre a Raoul Bova e a Piera Degli Esposti sono andati i Nastri speciali.

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