Natura e ritratti La grande Russia narrata ad arte

Dalla Siberia alla Crimea: al museo Borromeo di Senago una rassegna di quadri di pittori del Novecento

Roberto Zadik

Territorio sconfinato e dal passato doloroso, l'ex Unione Sovietica, è la patria di innumerevoli artisti che coi loro quadri ne hanno descritto la natura, la gente e le atmosfere. Pittori contemporanei che hanno tentato di sfuggire all'oppressione della dittatura comunista col potere della creatività. Ed ora, a riunirne le opere più significative, oltre duecento tele, ci pensa la mostra «I cieli e le terre della Russia», allestita sino al 30 settembre a Senago nel museo di Villa San Carlo Borromeo, piazza Borromeo 20 (biglietto d'ingresso 8 euro, ridotto 5, 50 per chi ha più di 65 anni o meno di 13).
In corso dal martedì al venerdì (10-20), l'esposizione, comprende paesaggi appartenenti a un po' tutte le zone della Russia. Da Mosca e dintorni spostandosi in Uzbekistan, Bielorussia, Siberia e Crimea, angoli sperduti e suggestivi che il pubblico potrà ammirare passeggiando nei locali del sontuoso palazzo a pochi chilometri da Milano. Si tratta di un itinerario geografico e pittorico quanto mai variegato che spazia dalla natura, agli edifici, ai ritratti. Ne fanno parte i dipinti firmati dal moscovita Michail Anikushin, come «Paesaggio» del 1941, noto per essere stato il più grande scultore russo del Novecento autore dei busti di Ciajkovskij e del poeta romantico Puskin, i soleggiati campi fioriti dell'Ucraina, protagonisti di «A Kuban» firmato nel 1955 da Andrei Lyssenko, autore nel 1950 di «Le scalinate dell'Ermitage» e i volti immortalati dal «Renoir russo» Gregori Zejtlin nato in Bielorussia nel 1911 e scomparso sei anni fa.
Nei suoi 84 anni di vita egli ha riprodotto una moltitudine di personaggi: dalla «Massaia col secchio» del 1959 a «Il ricercatore», acquerello realizzato l'anno successivo, per arrivare al proprio autoritratto del 1967. Oltre a questo Zejtlin ha dipinto anche nature morte e splendidi scenari come «Casa al mare», a dimostrazione della sua versatilità. La mostra è un insieme di generi e di influenze.

Ad esempio molto simili allo stile di Paul Cézanne sono i quadri di Josif Gurwic che, nei suoi oli «Ai giardini» e «Costruzione sul Volga» si ispira chiaramente al pittore francese, mentre la vivacità dei colori contraddistingue le tele del neoimpressionista Nikolaj Christoljubov, come il «Promontorio di Deznev», nel 1952. Anch'egli paesaggista e ritrattista, in cerca di ispirazione, durante la sua esistenza oltrepassò i confini russi, spingendosi in luoghi remoti tra cui Cambogia, Vietnam e Mongolia.

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