
A maggio i figli gli avevano organizzato una festa a sorpresa per celebrare gli ottant'anni. C'erano Ronaldo, Recoba, forse il giocatore che lo aveva appassionato di più, Vieri,Pirlo. È stata l'ultima apparizione mediatica. Nel fine settimana la sua salute ha spinto i medici ad intervenire: ora Massimo Moratti è ricoverato all'Humanitas, intubato e in terapia intensiva. Le sue condizioni vengono ritenute serie, ma non critiche. C'è una polmonite da combattere ma soprattutto c'è lo stato generale di un uomo provato dall'età e da diverse patologie. E insomma, come si dice in questi casi, sono ore di apprensione per la famiglia, una delle più note dinastie imprenditoriali italiane, e per il mondo del calcio e la community dell'Inter, che si è idealmente stretta intorno alla blindatissima camera dell'ospedale di Rozzano, hinterland milanese.
Moratti è affaticato e respira con difficoltà, ma nel passato ha già mostrato grandi capacità di recupero ed è uscito da situazioni difficili. «Gli ottant'anni - aveva detto in una recente intervista al Corriere della sera - sono un'età che pare spaventosa, ma come testa non li percepisco, ogni cosa mi sembra uguale».
Del resto l'ex patron dell'Inter è un entusiasta e ha sempre affrontato la vita con spirito e fantasia. Nel 1995 inizia il capitolo più esaltante che lo proietta nell'olimpo del pallone: l'acquisto dell'Inter con cui vive un'avventura straordinaria, 16 trofei e un indimenticabile Triplete nel 2010, l'anno in cui i nerazzurri vincono ovunque e si installano sul tetto d'Europa. Si può affermare che Massimo Moratti abbia offuscato le mitiche imprese dell'Inter anni Sessanta, quando al timone c'era il padre Angelo. Tecnicamente, lui è il presidente del club dal 1995 al 2004, quando gli subentra una leggenda come Giacinto Facchetti. Poi nel 2006 inizia la fase due, che si conclude nel 2013 quando lascia il vertice della squadra, cede le sue quote azionarie ed esce di scena.
L'Inter, come molti altri club, entra in un'altra dimensione, quella in cui i giochi vengono decisi da fondi americani, miliardari arabi, industriali dell'Estremo Oriente e lo spazio per le proprietà tricolori si restringe fatalmente sempre di più.
La lunga stagione di Moratti è segnata da una grandinata di successi e dai grandi colpi di mercato. A cominciare dall'arrivo nel 1997 di Ronaldo, comprato per 49 miliardi più due di indennizzo. «L'ho preso - aveva spiegato - perché era fortissimo, ma anche perché nessuno credeva che l'acquisto fosse possibile, perché lui giocava nel Barcellona».
I tifosi erano impazziti, così come negli anni successivi fino al 2010 quando il team allenato da Jose Mourinho conquista in pochi giorni campionato, Coppa Italia, Champions. Un'epopea strabiliante che si chiude il 15 novembre 2013: quel giorno Moratti passa il testimone all'indonesiano Erick Thohir. L'Inter è ancora in alto, ma non con l'intensità di quel periodo forse irripetibile. Moratti resta sempre un protagonista, fra football e affari.
Nel 2023 viene sottoposto ad un intervento di angioplastica, eseguito con successo dal professor Antonio Bartorelli.
Il fisico però non è più quello di prima: «Avverto una certa stanchezza. Vado a Londra, dopo cento passi dico fermi tutti, trovo una panchina e penso alla prossima mossa». Ora c'è una polmonite insidiosa da debellare. E a poi altri cento passi da programmare.