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"Io, straniero in Italia, vi dico perché la finlandese sbaglia a scappare da qui"

La "lettera d'amore" di un cittadino belga che risponde a Elin Mattson: "Mi hanno salvato la vita gratis, non sarebbe succeso da altre parti in europa"

Hans Hermans sul letto dell'ospedale di Esine
Hans Hermans sul letto dell'ospedale di Esine

Mentre Elin Mattsson, pittrice e mamma finlandese di 42 anni con 4 figli, è “scappata via” da Siracusa indirizzando agli italiani una lettera in cui critica l’inadeguatezza del sistema scolastico, motivo principale che l’ha spinta a lasciare l’Italia dopo meno di tre mesi per andare in Spagna con marito e prole al seguito, sui monti bresciani della Vallecamonica c’è un’altro straniero che non solo le risponde per le rime ma ringrazia l’Italia per come lo ha accolto. È il caso di Hans Hermans, originario di Beerse ma adottato da tempo dal borgo di Artogne. È lui a difendere l’onore d’Italia scrivendo una lettera alla signora Mattsson.

La lettera d'amore all'Italia

Cara signora finlandese, volevo raccontare anch'io una storia Italiana. Senza voglia di polemica. Esperienze fatte in questo paese che ci accoglie. L'Italia. Come lei, sono straniero, come lei vengo dal nord. Belgio. Lei è più nordica ancora di me“, ha scritto dal letto dell’ospedale di Esine dove è stato ricoverato e salvato. “Lavoro spesso nei luoghi delle quale lei parla male o sulle quale esprime magari anche giustamente alcune perplessità: le scuole - ha sottolineato -. Soprattutto scuole materne e primarie. E quest'anno in une di queste scuole ho incontrato la Australiana: un'influenza da non sottovalutare; 10 giorni di febbre alta, pochissimo appetito e stanchezza eccessiva. Il giorno 23 prendo una decisione. Vado in pronto soccorso a Esine, un ospedale in Valle Camonica in provincia di Brescia. Di Domenica. Sperando di non trovare troppa gente. Piove. Di brutto. Arrivo in macchina e parcheggio vicino vicino per non dover camminare troppo e bagnarmi eccessivamente. Sai, sono malato“. Poi l’esortazione: “Adesso signora Finlandese stia attenta, leggi bene per piacere. Suono. Una infermiere gentile mi apre la porta e mi chiede perchè sono lì. Dico che faccio fatica a respirare, e guardo le altre due persone che stanno aspettando. E allora, chiedendo scusa alle altre persone, mi dice di seguirla immediatamente. Potrebbe essere una emergenza. Dopo neanche tre minuti avevo 4 persone che si occupavano di me. Credo di aver fatto un check up in tre ore come mai fatto in precedenza“.

La vita salvata "gratis"

In pochi minuti medico traumatico, pneumologa, oncologo (versamenti di liquidi) e poi il cardiologo. Per ultimo perfino una tac con liquidi di contrasto. “È stato quel esame li che ha convinto tutti i medici che mi serviva un ricovero - ha continuato -. Io, signora Finlandese, da tre giorni so a chi darò in mano il destino e la cura dal mio cuore: un reparto di cardiologia molto bello con persone veramente in gamba. Un piccolo ospedale in una zona montana della vallecamonica. E sa quanto mi è costato tutto questo?? Nulla. Nulla di nulla. Ho fatto vedere il mio tesserino sanitario. Domenica alle ore 15. Basta. Sono stato fortunato? Magari anche un pò. Può essere. Ma la grande fortuna mia è che questo momento di debolezza cardiaco si è manifestato in Italia. Non sarebbe andato così in America, né la Svizzera o la Germania. Ma neanche in Belgio o Finlanda. Io non voglio abbandonare l'Italia.

Sono grato all'Italia e lo è anche il mio cuore“.

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