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La "trappola", l'ultima cena, la lametta. Le indagini sul suicidio di Giovanna Pedretti

I carabinieri hanno ricostruito nei minimi dettagli ciò che è accaduto dalla mattina di sabato scorso all'alba di domenica, quando la ristoratrice è deceduta. Davanti alla pizzeria compare uno striscione contro la stampa

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Sono state concitate le ultime ore di vita della 59enne Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, insultata sui social media dopo le accuse dello chef Lorenzo Biagiarelli e della compagna, la giornalista Selvaggia Lucarelli. Secondo la coppia, la donna avrebbe scritto di suo pugno una recensione contro il suo locale, frequentato da gay e disabili, e la conseguente risposta solo per farsi pubblicità. In poco più di un giorno la proprietaria della pizzeria "La Vignola" è passata dai complimenti di chi aveva apprezzato il suo tener testa al presunto cliente omofobo, alle offese per aver architettato l'eventuale farsa. Una serie di commenti su internet avrebbero condizionato l'esistenza della donna, trovata morta nel tardo pomeriggio di domenica lungo la riva del Lambro.

Le ultime ore

I carabinieri hanno ricostruito nei minimi dettagli ciò che è accaduto dalla mattina di sabato scorso all'alba di domenica, quando la ristoratrice è deceduta. Dopo la polemica sui social media Giovanna Pedretti è stata sentita dai militari in caserma e aveva confermato di non aver scritto lei la recensione omofoba, anzi, aveva aggiunto di non conoscere il cliente. "Non vorrei essere caduta in una trappola. Di chi? Non so", le sue parole pronunciate davanti alle forze dell'ordine. Poi, come suo solito, si era recata in pizzeria. Chiuso il locale, insieme al marito Nello, sarebbe ritornata a casa per la cena e lì, secondo alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, la donna avrebbe manifestato al coniuge tutto il suo malumore per la vicenda. L'uomo ha smentito sia un presunto litigio tra i due sia che la moglie gli avesse espresso intenti suicidari. La coppia successivamente era andata in camera da letto, ma la ristoratrice, come faceva spesso, era uscita di casa poiché non riusciva a prendere sonno.

La richiesta di informazioni a Google

Giovanna Pedretti era in cura dal suo medico di base, anche se non si era mai affidata a uno psicologo, per disturbi di natura nervosa cominciati dopo il suicidio del fratello avvenuto dieci anni fa. Gli inquirenti hanno deciso di puntare sull'ipotesi del suicidio della donna e per questo motivo stanno verificando i flussi nell'intricata rete di internet. La procura della Repubblica indaga per il reato di istigazione al suicidio e ha avanzato una serie di richieste al motore di ricerca Google prima di aprire un fascicolo contro ignoti. Si dovrà appurare se la famosa recensione sia stata scritta realmente da un cliente o sia frutto del ragionamento speculare fatto dalla ristoratrice, da qualche membro della famiglia o dai componenti dello staff del locale.

La lametta sul sedile

I carabinieri, in ogni caso, hanno trovato una lametta sul sedile di guida dell'auto. Con questa la donna si sarebbe inferta numerose ferite sul corpo prima di gettarsi nell'acqua del fiume. Come riporta il Corriere della Sera, però, non ha lasciato nessun biglietto d'addio, né le azioni compiute nelle ultime ore avrebbero fatto pensare che la ristoratrice si stesse congedando per sempre dai parenti e dagli amici. Neppure sui motori di ricerca ci sono passaggi online su siti che spiegano in quale modo suicidarsi.

Lo striscione contro la stampa

"Stampa e tv: rispettate la famiglia e non fatevi vedere più". È il grande striscione comparso questa mattina sulla cancellata del parco di fronte alla pizzeria "Le Vignole".

La vittima con la famiglia abitava proprio nell'appartamento al piano superiore della palazzina di via XX settembre che al piano terra ospita il locale.

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