"Fuori i sionisti, Palestina libera". I pro Pal ora vogliono cacciare gli israeliani dall'Italia

Un gruppo di manifestanti ha bloccato i pullman dei passeggeri provenienti da Tel Aviv e sbarcati all'aeroporto Olbia-Costa Smeralda: "Non passeranno vacanze serene"

"Fuori i sionisti, Palestina libera". I pro Pal ora vogliono cacciare gli israeliani dall'Italia
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Il conflitto in Palestina sta alimentando il vento dell'odio in Europa e anche in Italia, dove si è arrivati a manifestare contro gli israeliani. L'ultimo episodio si è verificato all'aeroporto Olbia-Costa Smeralda, dove un gruppo di pro Pal si è radunato per protestare contro i voli charter che da Tel Aviv raggiungono la Sardegna, chiedendo che gli israeliani vengano buttati fuori dall'isola. La manifestazione è stata partecipata da alcune sigle sarde del movimento, compresa Non una di meno, e sostenuta dai movimenti nazionali, a riprova che non è più, e forse non è mai stato, una questione di antisionismo, come è stato sempre detto per difendere le manifestazioni contro gli ebrei e gli israeliani.

"Sionisti israeliani accompagnati dalle bandiere palestinesi e slogan contro il genocidio", si legge nel comunicato delle associazioni che vi hanno partecipato e che hanno rivendicato il "comitato d’accoglienza per l’arrivo dei voli charter da Tel Aviv". Una manifestazione che, si legge, "ha ricordato ai sionisti che non passeranno vacanze serene, che vogliamo vivere in una terra di pace nella quale gli assassini non sono i benvenuti". Sui voli charter che arrivano da Tel Aviv viaggiano spesso anche intere famiglie con bambini al seguito, il che stride con questa narrazione forzata dei manifestanti.

"Probabilmente ne erano già consapevoli in precedenza, considerato che i loro voli e i check-in sono stati omessi da tutti i tabelloni: si muovono di nascosto, scortati da polizia e servizi segreti. Ma noi conosciamo i nostri luoghi e i loro pullman privati non sono partiti verso i loro soggiorni turistici se non prima di diverse ore di blocco", hanno proseguito, orgogliosi di aver spaventato turisti che hanno scelto l'Italia, e la Sardegna, per il loro soggiorno. "L’imbarco del volo di ritorno, secretato anch’esso, è stato comunque notato da due attivisti che hanno sventolato la bandiera della Palestina e di contro sono stati fermati e identificati", si legge ancora nel manifesto, nel quale viene anche dichiarato che il gruppetto ha ottenuto la solidarietà dei lavoratori Geasar dell'aeroporto Olbia-Costa Smeralda.

"Saremo granelli di sabbia dentro gli ingranaggi delle infrastrutture belliche mondiali: la guerra inizia (anche) da qui, nei poligoni militari di Quirra, Teulada, Capo Frasca, Decimomannu, nella fabbrica di bombe RWM di Domusnovas, nelle “missioni di pace” della Brigata Sassari in Libano, nelle università che collaborano con Israele.

Opporci con i nostri corpi e i nostri saperi per una Sardegna ed un mondo non migliore, ma radicalmente diverso, ci rende complici della Resistenza del popolo di Palestina", hanno concluso nel manifesto, prima dello slogan: "Il genocidio ha le basi in Sardegna. A foras sos sionistas - Palestina libera, Sardigna libera". Tradotto: "Fuori i sionisti - Palestina libera, Sardegna libera".

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