In piazza contro le multinazionali (ma con l'iPhone in mano)

Una ragazza, al corteo di Pisa, ha preso il megafono e a ha iniziato a leggere, sul suo bell'iPhone, il discorso contro le multinazionali e contro Israele da uno smartphone simbolo del capitalismo

Agenzia AgTw
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Poco meno di 2mila persone hanno sfilato oggi a Pisa contro Israele e per la Palestina, sostenendo "l'intifada" fino "alla vittoria". I soliti slogan sono stati scanditi dai manifestanti in corteo che hanno attraversato la città per alcune ore, durante le quali non sono mancati nemmeno i cori contro la polizia. In testa i soliti ragazzini minorenni, il più delle volte usati come deterrente per la polizia che, in questa occasione, non è stata visibile. È lecito immaginare che nel corteo ci fossero agenti in borghese ma proprio per evitare di dare adito alle polemiche si è preferito non creare cordoni di sicurezza nel mezzo della manifestazione che, comunque, si è svolta senza particolari disordini. Il corteo si è quindi fermato in piazza Cavalieri, dove i manifestanti hanno sostato qualche decina di minuti per un breve sit-in prima del "rompete le righe".

A prender la parola per prima è stata una ragazza che per tutto il corteo ha scandito cori contro Israele e per la Palestina, che non si è tirata indietro quando ha arringato le folle con discorso contro la polizia e la libertà. Niente di nuovo per questi cortei, così come non sono nuove le ipocrisie di chi, al megafono, urla e strepita contro le multinazionali e contro le guerre ma lo fa da un iPhone Pro di ultima generazione, uno smartphone che può superare il migliaio di euro, simbolo del capitalismo. Un telefono che in alcuni casi costa quanto un intero stipendio di un agente di polizia.

L'ipocrisia è sempre stata una cifra stilista della generazione di sinistra estrema di questo Paese, degli esponenti dei centri sociali che vivono nel degrado assoluto delle sedi occupate, in condizioni igieniche quanto meno discutibili, ma alle spalle hanno famiglie benestanti. Nemmeno questo, quindi, deve sorprendere. A giocare alla rivoluzione sono sempre quelli sanno di avere le spalle coperte o che in qualunque momento possono trovare chi, eventualmente gliele copre.

Strepitare al megafono con l'orecchino sul labbro, che fa tanto alternativo, ma poi leggere il discorsetto preparato precedentemente su un iPhone Pro non fa certo gioco alla causa. Ci vorrebbe un po' di coerenza anche rivolta, magari si otterrebbe qualche contributo in più alla causa. O qualche scherno di meno.

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