“Una prova di forza”. Da Bisio a Fedez: chi va contro lo sgombero del Leoncavallo

I personaggi noti del mondo dello spettacolo si sono schierati in favore del centro sociale che per decenni ha occupato abusivamente

“Una prova di forza”. Da Bisio a Fedez: chi va contro lo sgombero del Leoncavallo
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Attori e personaggi dello spettacolo nelle ultime ore si sono schierati al fianco del Leoncavallo dopo lo sgombero a sorpresa del 21 agosto. Il centro sociale ha occupato per decenni spazi di proprietà privata che sono stati tolti ai legittimi proprietari. Le chiavi dello stabile di via Watteau sono ora state riconsegnate alla proprietà e l'edificio è presidiato costantemente dalle forze dell'ordine e da un servizio di vigilanza privata per impedire che possano esserci nuove occupazioni. Il "Leonka", come viene affettuosamente chiamato dai suoi avventori, non ha più una sede dopo decenni di illegalità e ora i personaggi noti si stanno muovendo per sostenerlo. Tra questi c'è anche Claudio Bisio, che in un'intervista a La Repubblica ha raccontato il suo passato al centro sociale.

"C’era la musica, c’era il teatro, le manifestazioni... Sono del ’57, quindi coetaneo di Fausto e Iaio. Uccisi dai fascisti poco lontano da lì, il giorno dopo siamo scesi tutti in piazza. Ed è uno scandalo che non ci siano ancora i nomi dei responsabili, dopo tanti anni", ha dichiarato l'attore, secondo il quale lo sgombero è stata "una prova di forza, con tutti quei poliziotti, e nessuno dentro. Fa ridere e fa piangere". L'azione a sorpresa è stata necessaria per preservare l'ordine pubblico ed evitare proprio gli scontri che, al contrario, ci sarebbero stati. La presenza dei poliziotti era necessaria a evitare che durante l'operazione potesse generarsi un movimento di persone che tentasse di impedirlo.

"Io spero molto che il Comune di Milano si stia attivando per non far morire il Leoncavallo. Magari altrove, ma non deve finire questa esperienza lunga 50 anni, e lo dico io che ci sono nato dentro. La cultura è un investimento, ci sono altre esperienze in Italia che dimostrano l’impegno delle amministrazioni in questo senso. Poi, tutto va fatto nella legalità, con concessioni regolari (non come le spiagge, però)", ha aggiunto Bisio, secondo il quale il Leoncavallo "è sempre stato una factory, ha ospitato artisti, organizzato eventi, prodotto cose belle. Abbiamo fatto cultura, e se ci sono stati accenni di violenza, è sempre successo per gli sgomberi". Ma la storia non parla sono di "accenni di violenza", basterebbe leggere le cronache per rendersi conto e non raccontare una storia di parte.

Anche Paolo Rossi si è espresso per il Leoncavallo, anche perché l'11 settembre pare avesse una serata organizzata proprio al centro sociale: "Penso che la serata sia saltata, mi sono perso una birra gratis come cachet". Secondo l'attore "regimi anche totalitari di destra e di sinistra avevano degli spazi da cui sono venute fuori persone che la pensavano anche diversamente dallo spirito di quegli spazi, si parlavano, si toccavano. Perfino nel regime democristiano c’erano oratori dal quale sono venuti fuori sovversivi non da poco".

E Fedez, che nei centri social c'è cresciuto, ha dichiarato: "L'involucro splendente di una città che è stata svuotata di tutto. Anche della sua stessa identità". Comunque, il Comune si sta già muovendo per dare una nuova "casa" al Leoncavallo.

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