
"La vita di un carabiniere non può valere un piatto di lenticchie". A pochi giorni dalla tragica uccisione del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, il segretario generale di Unarma Antonio Nicolosi invita a riflettere sulle spese che la famiglia del militare defunto deve affrontare.
"Di fronte al sacrificio estremo di chi indossa ogni giorno una divisa per garantire la sicurezza dei cittadini, ci si aspetterebbe il massimo riconoscimento, non solo simbolico ma anche concreto, da parte dell’Istituzione quindi dello Stato", afferma Nicolosi prima snocciolare le cudre e nude cifre dei risarcimenti che vengono riconosciuti a un carabiniere caduto in servizio. Vi sono spese che sono “rimborsabili” dietro fatture. Per la cerimonia funebre vengono erogati 2.730,00 euro, mentre sulla base della circolare della direzione generale della Sanità Militare del 2009 vengono previsti 840,00 euro per spese varie come corone, cuscini e necrologi. Esiste, inoltre, un'assicurazione sanitaria SMD valida per tutti i militari di 5.000 euro e un sussidio urgente che arriva da parte dell’Arma dei Carabinieri pari a 2.000 euro.
Infine, sono previsti benefici "come vittima del dovere" il cui riconoscimento richiede iter burocratici lunghi, una pensione di reversibilità una buonuscita "basata sui contributi versati, identica a quella prevista per qualsiasi cittadino italiano". "Una somma che fa riflettere", sentenzia Nicolosi che, poi, osserva: "In totale, lo Stato rimborsa appena qualche migliaio di euro per un funerale e fornisce un’assicurazione sanitaria minima. Il resto dipende dalla previdenza personale del militare stesso".
Nicolosi, dunque, invita "ad aprire una riflessione seria sul riconoscimento dovuto umano, economico e istituzionale a chi protegge la collettività ogni giorno" e sul "valore materiale che viene attribuito alla vita di chi giura di servire con onore, fino all’ultimo respiro". Nel caso del brigadiere Legrottaglie, i suoi colleghi hanno avviato una raccolta fondi per dare un sostegno economico a sua moglie e alle sue figlie, raccogliendo finora già 20mila euro.