Cruciani: "Dopo il Ramadan, chiudono le scuole pure per il gay pride"

Il conduttore della Zanzara ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica: "Non possiamo dare retta a tutte le minoranze"

Cruciani: "Dopo il Ramadan, chiudono le scuole pure per il gay pride"
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Il caso di Pioltello con la scuola chiusa per Ramadan continua a scaldare gli animi. Non solo la politica, che si divide tra favorevoli e contrari. Ma anche i commentatori, gli uni contro gli altri armati nel ritenere la scelta dell’istituto scolastico Iqbal Masih o simbolo di integrazione ben riuscita o inutile inchino a tradizioni religiose che con l’Italia hanno ben poco a che fare.

Ieri sera a Quarta Repubblica se ne è parlato diffusamente in studio con numerosi ospiti e un approfondito servizio sulla faccenda. L’istituto poteva prendere questa decisione? È stata motivata? E a chi spetta decretare “nuove festività” nel calendario scolastico? Secondo il ministro Valditara, che ha avviato ispezioni, il calendario scolastico lo stabilisce la Regione e l’autonomia delle singole scuole deve rientrare in “esigenze strettamente legate alla didattica”. Insomma: non è questione "di essere scuole inclusive o scuole esclusive, qui si tratta di rispettare la legge”. Il ministero dell’Istruzione, concluso l’iter di approfondimento, valuterà il da farsi.

Anche al “Tavolo per due” Nicola Porro e Giuseppe Cruciani sono tornati a commentare (criticamente) l’idea di affiancare alla Pasqua anche una “nuova festività”. Va bene che a Pioltello il 20% dei residenti è straniero e quasi il 50% degli studenti dell’istituto è di fede musulmana, ma siamo pur sempre in Italia mica ad Islamabad. “Io non ne faccio una questione di sottomissione, di islam, di pericolo, la cultura predominante e i pericoli per la tradizione cristiana - esordisce il conduttore della Zanzara - io ne faccio una questione pratica: se dovessimo tenere conto delle esigenze di tutte le minoranze sarebbe finita. Non andremmo più a scuola. Bisogna tenere fine della fine del Ramadan? Possiamo fregarcene, se qualcuno ci tiene a festeggiarlo si prende un giorno di out dalla scuola”.

Per Porro però si tratta di una questione politica”. “Il problema - aggiunge Cruciani - è che si dà retta a tutte le minoranze possibili. Dunque finiremo col fare un giorno senza scuola anche quando c’è il gay pride”. Un paradosso? Chissà…

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