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"È stupido". Ora i migranti vogliono imporre all'Italia le regole dell'accoglienza

Campi separati tra tunisini e subsahariani: questa è la richiesta che viene avanzata da chi facilita le partenze dal nord Africa

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Dall'Africa arrivano indicazioni su come gli italiani debbano gestire i centri di accoglienza dei migranti. Dopo essersi lamentati del cibo, che non è quello tipico africano ma italiano, e per gli alloggi, ora dall'altra parte del Mediterraneo vogliono anche indicare alla nostra struttura organizzativa in che modo vogliono essere smistati nelle strutture. A fronte di 87.698 migranti sbarcati dall'inizio dell'anno, di cui 22.179 solo nel mese di luglio (in base ai dati ufficiali del Viminale aggiornati al 27 luglio, il sistema di accoglienza italiano è da settimane sotto pressione. Nell'ultimo mese si sono registrati giorni con oltre 1000 sbarcati in 24 ore nella sola Lampedusa, con picchi che hanno superato le 1700 unità sull'isola delle Pelagie. Ma le lamentele sul sistema di accoglienza italiano fioccano dalle parti della Libia e della Tunisia, soprattutto per bocca dei subsahariani.

L'ultima richiesta è arrivata nelle scorse ore: "Perché mischiare tunisini e subsahariani nei campi? È stupido". Gli italiani, quindi, sono persone poco intelligenti a detta di chi avanza questa lamentela, che nel grande sistema dell'organizzazione criminale svolge il ruolo di facilitatore, promotore e propagandista. Oltre a dover gestire una mole enorme di migranti irregolari, che vengono smistati nei centri di accoglienza che, ormai, sono allo stremo data soprattutto l'assenza del sostegno europeo, che lascia l'Italia da sola a gestire flussi e accoglienza, l'Italia dovrebbe prevedere centri divisi tra tunisini e subsahariani o, al limite, creare delle divisioni all'interno dei centri stessi.

Che stupidi gli italiani che pensano, talvolta, ideologicamente all'integrazione. Questo messaggio è la fotografia plastica di come la sinistra non abbia capito niente del fenomeno migratorio. Chi arriva in Italia non ha alcuna intenzione di integrarsi, vuole avere i soldi in tasca non lavorando, perché con lo status di irregolare non ha accesso al mondo del lavoro, desidera soluzioni d'alloggio divise per etnie e chiede di vivere in Italia secondo il sistema conosciuto nei Paesi di origine, quello che in caso di diatriba prevede l'uso di coltelli e machete, come dimostrano le sempre più frequenti risse all'arma bianca nelle strade italiane.

"Dovete massacrare tutti i tunisini lì", scrive un subsahariano in risposta al messaggio, dimostrando una violenza inaudita. Si accusa l’Italia di favorire i migranti tunisini, si invoca la supremazia islamica dei "black" e si parla apertamente di minacce e si esulta per le espulsioni dei tunisini a seguito degli accordi con Kais Saied, annunciando che in questo modo i centri di accoglienza e l'Italia saranno governati dai subsahariani. "Il campo dell'Italia araba è ormai rovinato", si legge ancora.

Frasi, minacce e provocazioni che sottintendono un pericolo nemmeno troppo remoto per il nostro Paese.

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