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"Il suo contributo? Non pervenuto". Il generale antimafia asfalta Saviano

Carmelo Burgio è stato in prima linea nella lotta alla camorra come generale dei Carabinieri e dai social si è esposto con una posizione critica su Roberto Saviano

"Il suo contributo? Non pervenuto". Le parole del generale dei Carabinieri su Saviano

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Continua a far rumore l'esclusione di Roberto Saviano dalla Rai. Mentre a sinistra si stracciano le vesti, considerandola parte di un sistema politico, nel mondo reale la decisione è stata considerata per quello che è, una scelta editoriale, sulla base della quale nei giorni precedenti era stato cancellato anche il programma di Filippo Facci. "Saviano icona della anti-camorra? Io resto ai fatti come li ho vissuti. Un libro di successo e una condanna per plagio... Pare abbia scopiazzato… Non sono io a dirlo ma una sentenza", dichiara in un lungo post Carmelo Burgio, generale italiano dell'Arma dei Carabinieri, che ha vissuto in prima persona la lotta contro la camorra negli anni più sanguinosi delle faide locali, essendo lui di stanza a Caserta.

"Peppe Setola o’ cecato iniziò nel 2008 la mattanza, segno che per sparare ci vedeva... 20 morti in 6 mesi e la strage di S. Gennaro... Un italiano e sei africani in una sera sola. Era allora ministro dell’interno Bobo Maroni... Veniva una volta al mese in prefettura organizzando il Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza Pubblica", prosegue Burgio, che poi chiede: "Contributo di Saviano alla lotta alla camorra, in quegli anni? Parlo per me e i Cc di Caserta : NON pervenuto". In quegli anni, spiega il generale, Caserta era una città quasi militarizzata: "Arrivò di tutto e di più, anche il 186esimo paracadutisti di Siena che fu di grande aiuto. Setola arrestato insieme a tanti altri, di altri clan. Il modello Caserta, per intenderci".

Il ruolo di Roberto Saviano, secondo Burgio, nella lotta alla camorra è stato irrilevante. "Magari comunque altri hanno avuto di più dalle sue esternazioni... Non saprei", prosegue il generale, sottolineando poi che quanto scritto dall'autore nei suoi libri non fosse poi una gran novità. "Ad ogni modo, nel 1927 il PCM in carica, nel celebre discorso, spiegava a tutta l’Italia che le mafie serie, allora, erano nella Terra dei Mazzoni (Castelvolturno), nell’agro aversano e in Sicilia. Quindi manco questa è stata una scoperta di Saviano", fa notare il militare, che ha dimostrato sul campo di conoscere molto bene le organizzazioni criminali che agiscono nel nostro Paese, avendole affrontate sul campo.

Nel suo post, quindi, Burgio prosegue ricordando che "Gomorra esce a processo Spartacus concluso, dopo il duce del fascismo lo aveva detto anche altra gente, fra magistrati e Forze dell’Ordine".

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