Taser, 5 morti dopo una scossa. Escluso il nesso tra decessi e pistole

Dalle autopsie non emerge alcun nesso tra la pistola blocca-muscoli e il decesso. Gli studi dell’Iss e dei cardiologi

Taser, 5 morti dopo una scossa. Escluso il nesso tra decessi e pistole
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Pochi giorni fa un uomo di 35 anni è morto a Napoli dopo essere stato colpito da un taser. «Dopo» e non «per». O almeno, non è chiaro. La stessa cosa è capitata a un uomo di 57 anni a Olbia lo scorso agosto, deceduto in ambulanza per arresto cardiaco, a un uomo di 47 anni a Genova e a uno di 42 anni a Reggio Emilia. In particolar modo, sugli ultimi due casi sono state aperte due inchieste per capire se è possibile che ci sia un nesso tra la scossa provocata dal taser e la morte. Al momento i medici legali dopo l’autopisia lo escludono. Ma è lecito avere qualche dubbio, dopo il quinto caso in pochi mesi.

Anche perché in Italia i taser in dotazione alle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e, dal 2022, anche Polizia Locale) sono 5mila. I dispositivi, introdotti dopo una fase di sperimentazione iniziata nel 2018, sono pensati per l’immobilizzazione (e ovviamente non per l’uccisione).

COME FUNZIONA

Acronimo di Thomas A. Swift’s Electric Rifle (Fucile elettrico di Thomas A. Swift), il taser è conosciuto anche come pistola stordente o disuassore elettrico. È un’arma non letale ideata nel 1969 da Jack Cover per immobilizzare temporaneamente il soggetto ed è un marchio depositato della Axon, la società che li produce. Seconod uno studio della Reuters, l'utilizzo del taser negli Stati Uniti avrebbe causato oltre 1000 decessi tra il 2000 e il 2017.

Il taser è composto da due elettrodi capaci di colpire un obiettivo con un flusso di corrente elettrica ad alto voltaggio, ma basso amperaggio. Vuol dire che non è letale. Per colpire il bersaglio si preme il grilletto sparando due piccoli dardi, ovvero gli elettrodi, legati al corpo del taser da due cavi elettrici isolati. Quando il «bersaglio» viene colpito si crea un circuito elettrico e la scarica inizia a fluire dalle batterie del taser (solitamente normali accumulatori da 9 volt) verso l’obiettivo. Nel giro di pochi secondi, il corpo della persona colpita viene attraversato da un impulso elettrico da massimo 50mila volt e pochi milliampere. In genere la scarica non dura più di 5 secondi: in questo frangente, vengono inviati al sistema neuro-muscolare segnali che provocano grande dolore e stordiscono la persona colpita, facendo contrarre i muscoli.

I RISCHI

Lo studio dell’Istituto superiore della Sanità si è concentrato sugli effetti dei campi elettromagnetici generati dal taser sui portatori di peacemaker. Non sono emerse evidenze di rischi diretti specificamente legati all’interferenza elettromagnetica del taser con i pacemaker.«Magari una scarica elettrica può determinare un’aritmia in un soggetto con una cardiopatia che non sa di avere - spiega il cardiologo interventista Alfredo Marchese della società Gise - oppure ci possono essere problemi in caso di Wpw, una sindrome cardiaca congenita. Ma la probabilità che accada è estremamente rara».

LICENZA ALLA «SCOSSA»

Per la legge italiana il taser è considerato arma propria, quindi per importarlo ed impiegarlo serve un’apposita licenza: le pistole elettriche possono essere vendute dagli armieri a persone con porto

d’armi ma non possono essere portate per nessun motivo. Gli agenti che li portano devono mostrarli prima di utilizzarli e sono tenuti a contattare i soccorsi sanitari dopo l’immobilizzazione di un soggetto tramite taser.

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